Un’estate vuota o un’estate per crescere? Il Terzo settore a confronto con la ministra Bonetti

Sapremo garantire ai bambini e agli adolescenti un’estate ricca di educazione, cultura, gioco, sport, socialità, rapporto con l’ambiente? L’estate 2021 sarà un tempo vuoto o un’estate per crescere? Venerdì 30 aprile alle 17 confronto aperto tra le organizzazioni del Terzo settore storicamente impegnate nell’animare l’estate dei bambini, con enti locali, esperti, scuole e la ministra Elena Bonetti

Come rendere la prossima estate un momento ricco di opportunità educative, soprattutto per i bambini e ragazzi che vivono in contesti a rischio? È questa la domanda attorno a cui venerdì 30 aprile ragioneremo insieme, in un appuntamento organizzato da Vita e Save the Children che verrà trasmesso in diretta dalle ore 17. Raffaela Milano, direttrice dei Programmi Italia – Europa di Save the Children Italia e Stefano Arduini, direttore di Vita ne parleranno con Elena Bonetti, ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, con gli esponenti di tante organizzazioni del Terzo settore storicamente impegnate per l’infanzia e con rappresentanti delle scuole e degli enti locali.

Che la prossima estate non possa essere un tempo “senza”, è chiaro ormai a tutti. Troppo a lungo bambini e ragazzi sono stati senza scuola, senza amici, senza incontri, senza sport, senza cultura, senza opportunità educative e stimoli. L’estate è l’occasione per “recuperare” e per “fare scorta” di emozioni, di relazioni, di incontri, di esperienze. La politica sembra aver recepito l’urgenza della questione: proprio ieri il Ministero dell’Istruzione ha presentato le modalità del “Piano Scuola Estate 2021”, con una dotazione ad hoc di 150 milioni di euro stanziati da decreto Sostegni (più l’apertura a queste stesse finalità di risorse già esistenti, di cui 320 milioni di fondi PON con progetti da presentare entro il 21 maggio 2021 e 40 milioni dal fondo per l’arricchimento dell’offerta formativa, il contrasto alla povertà e la prevenzione della dispersione scolastica, per un totale che supera i 510 milioni di euro) e più volte Elena Bonetti ha rassicurato che anche quest’anno dal suo ministero arriveranno risorse dedicate ai campi estivi organizzati da Enti locali e Terzo settore (l’anno scorso furono 185 milioni, 150 milioni agli enti locali più 35 milioni in capo al Terzo settore con il bando EduCare).

L’entusiasmo è tanto, ma altrettante le preoccupazioni. La prima è il fattore coordinamento: ha senso avere un filone scuola, un filone enti locali, un filone terzo settore… con il rischio di progettazioni separate e distinte e di duplicare gli interventi, sapendo che le reti saranno comunque le vere protagoniste nei territori? Perché è del tutto evidente che a luglio e ad agosto a scuola con i ragazzi non ci saranno gli insegnanti. La seconda sono i tempi. Il Ministero dell’Istruzione ha presentato le modalità del “Piano Scuola Estate 2021” ieri, 27 aprile. Delle promesse risorse per i campi estivi dal Ministero della Famiglia non c’è ancora certezza. I tempi della Pubblica Amministrazione e dei bandi sono lunghi e l’estate è alle porte. Progettare, presentare il progetto, attendere la valutazione… l’anno scorso l’avviso pubblico EduCare fu presentato il 10 giugno e la valutazione dei progetti si chiuse a metà novembre, tanto che ancora oggi ci sono progetti approvati e non partiti, in attesa delle risorse, con una analisi dei bisogni vecchia di un anno (e che anno). Realisticamente quante scuole nell’ultimo mese di lezioni, con un anno del genere alle spalle, si metteranno a progettare l’estate (sapendo, in più, che il Decreto sostegni prevede esplicitamente per i 150 milioni un “impegno di spesa” entro il 31/12/2021)? E quanti territori (e quali) avranno la prontezza di rispondere rapidamente a un bando che arriverà a ridosso dell’estate stessa? E così arriviamo al punto tre, che è il rischio della sperequazione territoriale. L’offerta estiva dovrebbe avere cura di raggiungere coloro che vivono situazioni di maggiore fragilità socio-economica e che abitano in territori dove le proposte per l’estate rischiano di essere poco strutturate, se non del tutto assenti. Giustamente il Piano Estate del Ministero mette a disposizione il supporto di Indire nella progettazione dell’estete per un centinaio di scuole dei territori che hanno una maggior fragilità socioeconomia e insieme un maggior rischio di dispersione scolastica, ma è troppo poco.