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“Sign Gene”, al cinema arrivano i supereroi sordi mutanti
“Sign Gene”, al cinema arrivano i supereroi sordi mutanti
Il loro potere è generato dalla lingua dei segni. Prodotto e diretto da Emilio Insolera, girato tra Giappone, Stati Uniti e Italia, il film ha un’unica data: il 14 settembre.
MILANO. Molto di più di uno 007 non udente. Tom Clerc è un agente segreto sordo della Qia, un’agenzia di intelligence affiliata al Pentagono composta da mutanti. Ha in sé un potente gene, uno dei 29 in grado di creare poteri sovrannaturali attraverso l’uso della lingua dei segni, ma sfortunatamente li ha persi durante una violenta lotta contro la 1.8.8.0, un’organizzazione criminale con sede a Milano dedita allo sterminio dei mutanti portatori proprio dei “geni del segno”. Il capo della Qia lo manda in missione, insieme al suo collega Ken Wong, da New York a Osaka per investigare su un misterioso crimine. Lì Tom scoprirà che i suoi poteri non sono del tutto perduti.
Un film recitato in tre lingue dei segni.
È una trama tra la fantascienza e l’avventura quella di “Sign Gene”, un film d’azione prodotto e diretto dall’esordiente Emilio Insolera (che veste anche i panni del protagonista). Una specie di esperimento cinematografico, le cui riprese si sono snodate tra Giappone, Stati Uniti e Italia, perché oltre a essere un film parlato è anche una delle poche pellicole sul grande schermo recitate in gran parte in lingua dei segni. Ce ne sono addirittura tre: quella italiana, quella americana e quella nipponica (ogni Paese, infatti, ha la sua).
Il 14 settembre nelle sale Uci Cinemas.
Girato un po’ anche in famiglia (tra gli interpreti figurano infatti due parenti del regista) e con un budget di appena 25mila euro, la pellicola esce il 14 settembre nelle sale del circuito Uci Cinemas, unica data di proiezione prevista in Italia finora. Classe 1979, Emilio Insolera è egli stesso sordo. Nato a Buenos Aires da genitori italiani, anche loro non udenti, è cresciuto nel Belpaese. Laureatosi in linguistica e film alla Gallaudet University (a Washington), uno dei pochi atenei al mondo per studenti sordi, ha all’attivo anche un master in comunicazione di massa presso l’Università La Sapienza di Roma. Attualmente vive a New York, dove lavora per Mtv.
La lingua non è solo sonora.
«L’idea del soggetto è nata dopo un viaggio in Giappone, il Paese dei manga e delle anime – racconta il regista di “Sign Gene” –. E ho voluto utilizzare la fantascienza perché, grazie agli effetti speciali, è un genere che usa l’immaginazione e che può rendere visibile quello che è invisibile agli occhi. Io stesso considero le persone sorde come dei supereroi, protettori della lingua visuale (appositamente non ho detto visiva). Il messaggio del film è che la lingua non è solo sonora. Inoltre i canali pubblici italiani dovrebbero investire sulla lingua dei segni per la produzione cinematografica o artistica: è una strada tutta da esplorare. E anche le scuole dovrebbero insegnare la Lis, a partire dai primi anni di vita dei bambini, così come avviene per l’italiano parlato», conclude Emilio Insolera.
di Michela Trigari
Fonte: Il Corriere della Sera del 13-09-2017