“Sentire”, la pagina Facebook che racconta i traguardi di un giovane sordo
La Stampa del 31/01/2021

BIELLA. «L’importante è crescere non come un disabile, ma come una persona con disabilità». E’ per lanciare messaggi come questi che Lorenzo Birocco ha aperto una pagina Facebook. Il titolo che ha scelto è «Sentire», semplice ma cucito su misura sul suo obiettivo: raccontare la vita quotidiana, i problemi, ma anche i traguardi di una persona sorda. Lui, giovane biellese, addetto alle vendite in un negozio, ha perso l’udito all’età di cinque anni, dopo aver avuto per mesi febbre alta, come un’influenza che non voleva andarsene. Dopo una serie di diagnosi sbagliate («Il medico disse che avevo molto catarro che faceva da tappo»), quella corretta si è manifestata in tutta la sua ineluttabilità: ipoacusia neurosensoriale bilaterale.

La sua vita è cambiata? Certo, inevitabilmente. La sua vita si è fermata? Niente affatto: «Grazie a questi – scrive in un post, mostrando i suoi apparecchi acustici – sono andato a scuola, ho tanti amici, un lavoro, la fidanzata, la patente, vado in giro da solo, anche se mi perdo lo stesso». La pennellata d’ironia è un tratto distintivo dei suoi messaggi: «A volte nei luoghi affollati – racconta in un altro post – non capisco molto bene le parole, per cui se sono con gli amici al bar mando sempre qualcun altro ad ordinare. Così ho anche la scusa per starmene seduto comodo».

Anche se sono solo i primi passi nel mondo dei social, la pagina, nata a fine 2020, ha superato i 500 «mi piace». «Ma ho già ricevuto messaggi, per esempio, di genitori i cui figli hanno ricevuto una diagnosi simile alla mia – spiega Lorenzo -. Non do pareri scientifici, per quello ci sono i medici. Preferisco condividere le mie esperienze, sperando che possano essere utili a qualcuno, sia a chi ha i miei stessi problemi sia a tutti gli altri». C’è un esempio grafico che prova a spiegare come funziona un udito imperfetto a chi non lo sperimenta sulla sua pelle: è come leggere una serie di parole con le lettere cancellate a metà. È tutto più complicato «e non è soltanto – dice lui – una questione di volume. Alcune lettere che insistono su determinate frequenze sono più difficili da percepire. Un esempio? I numeri 60 e 70 fatico a distinguerli».

In un altro video scherza sulle reazioni delle persone quando scoprono che porta gli apparecchi acustici: «Succede che mi dicano “tranquillo, non si vedono”. Ma non è un problema: chi porta gli occhiali mica li nasconde. E c’è chi si stupisce perché non ci sento ma parlo. Ma io ho problemi all’udito, non alla voce».

Esperienze che forse sono comuni a chi convive con la sordità ed è una delle ragioni per cui Lorenzo Birocco vuole raccontarle pubblicamente: «Non voglio creare una comunità, ne esistono già tante. La mia è un’idea per fare informazione, forse soprattutto a chi non ha problemi di udito e non sa quale sia la nostra quotidianità». Che non è perfetta («La parola chiave è adattabilità» dice) ma non è un inferno: «Mi chiedono se, potendo rinascere, vorrei essere ancora così. Anche se non sarebbe male qualche ostacolo in meno, sinceramente rispondo di sì».

di Giampiero Canneddu