Il progetto dell’Istituto dei Sordi di Torino è stato realizzato con interventi domiciliari di formazione in LIS rivolto all’intero nucleo famigliare, fino allo scoppio dell’emergenza COVID, che ha forzatamente interrotto l’intervento diretto in presenza.

La famiglia ha accolto con grande positività l’opportunità di imparare la LIS e tutti hanno fatto in modo di essere sempre presenti. Solo il fratello maggiore ha avuto difficoltà a partecipare, quando gli è stato possibile si è dimostrato entusiasta e portato. Le sorelle invece hanno sempre partecipato, erano entusiaste, soprattutto la più piccola.

Durante le ore domiciliari si chiedeva alla famiglia di fare riferimenti anche alla loro lingua araba e questo li ha messi a loro agio, ci tenevano a raccontare della loro cultura, dicendo che non conoscono molte persone italiane.

Si è quindi creato un bel clima di collaborazione e scambio tra cultura sorda e udente e cultura italiana ed egiziana.

Lo scambio tra la formatrice inviata a casa e l’assistente alla comunicazione Lisa Pavesi è stato continuo al di là dei momenti programmati e anche se a scuola il ragazzo non andava spesso sull’argomento, quando gli si chiedeva un’opinione su questa iniziativa appariva soddisfatto e contento del giudizio dato dalla docente sulla bravura della mamma e della sorella più piccola.

In ambito scolastico l’assistente ha potuto osservare maggiore rilassatezza e fiducia nel ragazzo nei confronti dell’ambiente udente.

Anche l’educatrice domiciliare, che segue il ragazzo da tre anni, ha espresso un giudizio positivo sull’iniziativa.

Dopo un breve periodo di interruzione, il progetto è ripreso con la produzione e l’invio di video in Lingua dei Segni Italiana, sottotitolati in lingua italiana e lingua araba, in modo da garantire l’accessibilità al nucleo e in particolare alla mamma.

Non è mancato il controllo degli apprendimenti a distanza, svolto dalle operatrici incaricate.