Pastorale disabili: arrivano le preghiere in lingua Lis

Il card. Scola,a Milano, celebra la Santa Messa con l'aiuto di un'interprete nella lingua Lis - RV

Il card. Scola,a Milano, celebra la Santa Messa con l’aiuto di un’interprete nella lingua Lis – RV

Strumento del primo annuncio 
“E’ un libro che nasce dopo anni di lavoro e da una bellissima sinergia. E’ stato realizzato grazie al sogno di un sacerdote che oggi non c’è più, don Emilio Puricelli dell’arcidiocesi di Milano. E’ nato per dare una risposta seria al n°47 dell’Amoris Laetitia che ci chiede di supportare le famiglie con disabilità e questo è uno strumento prezioso, che insegna le preghiere base, pensato proprio per le famiglie e per l’inizio del cammino di fede. Il primo annuncio, infatti, si compie insegnando a pregare”.

Così, suor Veronica Amata Donatello, responsabile del settore per la catechesi delle persone disabili, dell’Ufficio catechistico nazionale della Cei, presenta il libro ‘Le mie Preghiere in Lis’, il primo di questo genere dedicato alle persone con disabilità sensoriale e a coloro che utilizzano appunto la Lis, la Lingua dei segni’.

Un libro che include tutti 
“Il Pio Istituto per sordi, l’arcidiocesi di Milano, il settore catechesi per i disabili dell’Ufficio catechistico della Cei – spiega suor Veronica – sono le realtà che ci hanno permesso di realizzarlo. Per le persone che operano nel settore e per chi come me è figlia di genitori sordi è uno strumento caro, perché prima non c’era nulla. E’ uno strumento che risponde, per esempio, alle esigenze di una coppia che voglia far camminare nella fede il proprio figlio, nell’ambito della comunità cristiana”. “All’interno troviamo delle immagini molto belle, accanto a immagini nella lingua dei segni: ma anche un dvd con i sottotitoli e un file audio. E’ quindi un libro che include tutti”.

Il Vangelo di Marco in lingua Lis 
Elisabetta Gambardella, logopedista, interprete della lingua Lis e collaboratrice dell’Ufficio catechistico nazionale, ha iniziato a lavorare nell’ambito della pastorale dei sordi otto anni fa. “Il nostro obiettivo – spiega – è l’inclusione delle persone sorde, e in generale con disabilità, all’interno della Chiesa. Abbiamo lavorato per far celebrare la Messa in lingua Lis in alcune Chiese di Roma, prima a Santa Maria in Trastevere e poi in altre parrocchie che si sono rese disponibili. Poi abbiamo iniziato, con un gruppo di sordi e udenti, un lavoro di traduzione del Vangelo e, proprio in questi giorni, stiamo per finire il lavoro su quello di Marco. E’ uno strumento che permette ai sordi di accedere alla Parola come tutti gli altri. Le pagine del Vangelo non viaggiano più attraverso l’udito, ma anche attraverso gli occhi”.

Occhi che brillano di gioia 
“Abbiamo poi iniziato in diverse parrocchie dei corsi di Lis base, aperti a tutti, che hanno lo scopo di sensibilizzare alla pastorale per i disabili sia catechisti che presbiteri e volontari. Solo così un bambino sordo che vuole prepararsi alla Prima Comunione o una coppia di fidanzati sordi che vogliono prepararsi al Matrimonio, possono sentirsi davvero accolti. E solo così i sordi possono diventare parte attiva, protagonisti, della vita pastorale della loro parrocchia o comunità”. “E’ bellissimo far arrivare a queste persone la Parola di Dio e vedere che queste stesse persone diventano catechisti e operatori pastorali, testimoni di Dio, è davvero una grande soddisfazione”. “Un lavoro splendido è stato il Giubileo per i disabili che abbiamo organizzato insieme. L’emozione più forte è veder brillare gli occhi dei miei amici sordi o del mio fidanzato, che è ugualmente sordo, quando si riesce insieme a fare qualcosa, a raggiungere un obbiettivo importante. Sono occhi che brillano di una gioia che viene da Dio”.

 

(Fabio Colagrande)