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L’orecchio bionico le ridà l’udito
L’orecchio bionico le ridà l’udito
Ha voluto omaggiare lo staff del reparto di Otorino del Carlo Poma con un dipinto. È stato il suo modo per dire grazie a medici e infermieri che le avevano ridato l’udito dopo un lungo periodo di silenzi. Gabriella Romani, 53 anni, artista madonnara di Porto Mantovano, figlia dei noti ristoratori che per anni hanno gestito diverse trattorie in città (anche in piazza Erbe, ndr), dieci giorni fa è stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico eseguito dal primario del reparto di Otorinolaringoiatria dell’ospedale di Mantova, Fabio Piazza, per risolvere un grave problema di sordità profonda. Alla paziente è stato inserito un impianto cocleare, detto anche orecchio bionico, che le ha restituito l’udito. Il dispositivo elettronico è stato impiantato nella zona interna dell’orecchio e consiste in un cavo multielettrodo che va a stimolare direttamente il nervo acustico. L’intervento è durato tre ore ed è riuscito perfettamente grazie anche alla collaborazione della dottoressa Annamaria Palmeri, dell’anestesista Marco Giannelli e degli strumentisti Federica Crema, Katia Baldi e Cristina Sacchi. La paziente è seguita anche dall’audiometrista Chiara Lallo.Gabriella Romani, madonnara con almeno 30 anni di esperienza artistica sulle spalle, da piccola era stata colpita da un virus e all’età di dieci anni era stata operata a Padova da uno dei più famosi specialisti a livello europeo, il dottor Michele Arslan.Ma due anni fa la 53enne ha dovuto fare i conti con un peggioramento repentino che le ha provocato la totale sordità. Fino all’intervento eseguito al Carlo Poma il 23 maggio, con l’inserimento dell’impianto cocleare, un costoso dispositivo che il servizio sanitario nazionale mette a disposizione delle persone che non sentono almeno il 50% delle parole e che non trovano beneficio anche con le più sofisticate protesi acustiche. All’ospedale di Mantova vengono eseguiti circa dieci intervento di questo tipo all’anno e i pazienti arrivano da ogni parte d’Italia.
di Roberto Bo
Fonte: La Gazzetta di Mantova del 02-06-2017