Lingua dei segni, il primato campano. La portano sul palco Notari e Chirico

La Città di Salerno del 18/09/2020

Per la lingua dei segni, il 4 febbraio 2020 è stata una data storica, perché ha fatto il suo esordio sul palco del teatro Ariston al Festival di Sanremo, grazie a Le Vibrazioni che con loro avevano l’interprete e performer Mauro Iandolo.

Quella che è sembrata una novità, in realtà un mese prima, su un palcoscenico campano, più piccolo e meno conosciuto di quello ligure, a San Giorgio a Cremano, al Centro Teatro Spazio di Vincenzo Borrelli, tre artisti, anche amici, avevano già reso l’arte universale, dando forma al loro obiettivo comune e per il quale da mesi sono al lavoro.

I salernitani Fabio Notari e Michela Chirico e Tommaso Fichele, di Napoli, insieme a Rosaria Sinforosa, promotrice LIS oggi sono andati ben oltre. Il progetto, che si chiama VividArte, vanta oggi un primato: la messa in scena teatrale dello spettacolo, unico nel suo genere, nel quale, musica, danza, teatro e lingua dei segni italiana, si fondono, il tutto interamente live, con brani e testi editi ed inediti, con la regia e la voce di Tommaso Fichele, gli arrangiamenti del chitarrista Fabio Notari, le coreografie della danzatrice Michela Chirico con la supervisione della Sinforosa. Diverse le ospitate in teatri, performance e manifestazioni. Tra tutte anche la serata del 14 agosto 2020 all’interno di una location storica come la zona archeologica di Velia, nel Cilento, invitati dal direttore artistico Gaetano Stella.

Sul palco, insieme agli artisti del gruppo anche i musicisti Franco Perreca, Ciccio Esposito e l’attore Antonio Coppola. Nei giorni scorsi lo spettacolo è andato in scena anche al Teatro Santa Margherita a Salerno.

L’iniziativa vuole essere un punto di partenza di un progetto sempre più ampio, che coinvolga una fetta di mondo, quello silenzioso, che invece l’arte deve e può includere. L’intento è di sensibilizzare e far interagire anche giovani e soprattutto scuole alla lingua dei segni. «L’idea spiegano – ci è venuta fuori dalla voglia di unire le nostre competenze e renderle accessibili a tutti, alle “anime belle” e a chi desidera capire che ci sono più modi di comunicare, di “sentire” la musica e la danza». «Il messaggio è suggestivo, – sottolineano – il desiderio forte è quello di poter comunicare ed emozionare attraverso varie forme d’arte, così cantata, danzata, suonata, segnata».

Fin dal 2018 gli artisti si sono fatti promotori di varie attività inserendo a piccoli passi lIS Lis in eventi e laboratori presso associazioni, scuole e spazi culturali.

Si sono poi presentati al pubblico con due video musicali, con la regia di Marylù Lallo, “E io te credo _ LIS” e “Dint’ o viento _ LIS” unendo più forme d’ arte. Nessun’altra realtà o compagnia, in Italia, unisce il mondo della musica cantata, suonata, danzata, recitata e segnata in Lis, rigorosamente dal vivo. Due mondi paralleli che sembravano non conoscersi si ritrovano ora sullo spesso palcoscenico, tra le stesse note e gli stessi spazi, scopre così un equilibrio ed una bellezza che non si erano mai visti. E sentiti.

di Marianna Vallone