Padovando del 24/09/2021

La sordità, una staccionata da saltare insieme: lo IOV offre un interprete “in diretta” per agevolare la comunicazione medico-paziente.

PADOVA. Inclusione sociale: il giorno dell’appuntamento, all’assistito viene messo a disposizione un tablet o pc, collegato in remoto con l’interprete professionista che media la comunicazione traducendo in tempo reale le richieste dalla lingua dei segni alla lingua verbale e viceversa. Il DG Benini: “In questo modo garantiamo una comunicazione efficace, chiara e rispettosa della privacy”.

Abbattere le barriere della comunicazione con le persone audiolese, attraverso attenzioni, strategie e servizi completamente personalizzati. Succede all’Istituto Oncologico Veneto – IRCCS dove, al fine di garantire una maggiore inclusione sociale e un facile accesso alle cure, viene offerto a tutti i pazienti affetti da sordità o ipoacusia che lo richiedono un servizio di interpretariato online. Il progetto pilota è partito nella sede IOV di Padova con l’obiettivo di estenderlo a tutto l’Istituto.

Il giorno dell’appuntamento al paziente viene dato a disposizione un tablet o pc, collegato in remoto con l’interprete professionista che media la comunicazione tra paziente non udente e medico traducendo in tempo reale le richieste dell’assistito dalla lingua dei segni alla lingua verbale e, viceversa, traducendo in LIS le indicazioni dell’operatore sanitario. Il servizio è gratuito; per farne richiesta, l’assistito non udente o un suo familiare può rivolgersi direttamente al CUP al momento della prenotazione della visita o dell’esame.

Secondo l’OMS, circa il 5% della popolazione mondiale è affetta da sordità o ipoacusia. Per queste persone, il canale uditivo non può essere il mezzo tramite il quale ricevere ed elaborare informazioni e ciò può ostacolare la comunicazione con l’ambiente sociale. Difficoltà comunicative possono far accrescere il vissuto di emarginazione sociale dell’individuo e limitarne l’accessibilità ai servizi, in particolare quelli sanitari. È pertanto fondamentale che entrambe le parti, medico e paziente, riescano a comunicare tra loro: se il paziente non è in grado di spiegare quali sono i sintomi, le sofferenze e di fornire informazioni utili a fini diagnostici all’operatore sanitario, quest’ultimo non sarà in grado di effettuare una corretta diagnosi e consigliare un adeguato trattamento. Allo stesso tempo, se la capacità di comunicare del medico è limitata, non sarà in grado di far comprendere la diagnosi al paziente con conseguente scarsa compliance al trattamento.

“Grazie a questo servizio vogliamo abbattere le barriere linguistiche che possono far sentire i pazienti oncologici non udenti ancora più vulnerabili, non compresi e involontariamente penalizzati. Riuscire a garantire una comunicazione piena con questi assistiti, da ambo le parti, è per noi motivo di grande soddisfazione – sottolinea Patrizia Benini, Direttore Generale dello IOV – IRCCS – e lo facciamo grazie alla collaborazione di interpreti specializzati che garantiscono un dialogo efficace, chiaro e rispettoso della privacy. Questo servizio migliora non sono la qualità del servizio sanitario offerto, ma anche la qualità di vita del cittadino non udente”.