La bocca resta nascosta Muro per chi non sente
Il Giornale di Vicenza del 07/03/2021

Le persone con disabilità sensoriale in difficoltà con i dispositivi. Il presidente provinciale dell’ente sordi racconta un anno in salita «La lettura del labiale per molti è fondamentale, così è molto dura».

VICENZA. Un anno in salita, per tutti. Per alcuni però, ancora di più. È il caso delle persone sorde, che dallo scorso marzo si scontrano con un “muro” di mascherine. Se a molti mancano i sorrisi, a chi ha difficoltà uditive manca uno dei pochi mezzi di interazione a loro disposizione: la lettura del labiale. Uffici pubblici, locali, negozi, passanti. Qualsiasi interazione è ora un percorso ad ostacoli. «Se una persona mi vede per strada – spiega il presidente provinciale dell’ente nazionale sordi Luca Sinico – non può immaginare che non sento. E dunque non può capire lo smarrimento che si prova ad essere del tutto isolati da ciò che ti circonda». Sono poche le armi a disposizione in questa situazione. «Si può chiedere all’interlocutore di abbassarsi la mascherina, mantenendo un adeguato distanziamento, ma non tutte le persone sono disponibili. Ovviamente non le si può obbligare, ciascuno deve fare quel che si sente ed è comprensibile il timore». E allora? «Si può scrivere». Una soluzione più strutturata è quella del ricorso alla lingua dei segni «anche se non tutti la conoscono, alcuni la comprendono ma non la usano, altri proprio non la sanno. A mio parere sarebbe importante fornire alle persone sorde più strumenti possibili, ma non c’è ovviamente alcun obbligo di imparare la Lis. Una volta addirittura il gesticolare molto era visto come negativo, quindi c’è chi si vergogna». Eppure, qualcosa in questo senso si sta muovendo. Il governatore Luca Zaia ha quotidianamente un’interprete e a Sanremo ci sono dei performer. «Sì, c’è una presenza maggiore nei media della lingua dei segni. Ed è importante, perché nel momento in cui si vede un interprete, allora ci si ricorda delle persone sorde. Sarebbe fantastico che in ogni struttura pubblica si potesse contare sulla disponibilità di un interprete della lingua dei segni in caso di bisogno. Un obiettivo ambizioso ma credo anche difficilmente realizzabile». Per Sinico il passo fondamentale è accrescere la consapevolezza. «Sarebbe già importante promuovere incontri di informazione nelle scuole, nelle strutture pubbliche, nella comunità. Quel che manca è la conoscenza delle disabilità sensoriali, proprio perché sono invisibili». Formazione, sensibilizzazione. A partire dal linguaggio. «Usiamo la parola “sordo” e non “non udente” – precisa – il primo termine esprime una condizione, il secondo mette l’accento su una mancanza». Ci sono altre situazioni da gestire. «C’è chi pensa che una persona sorda abbia necessariamente difficoltà cognitive, ma non è vero». Il Covid potrebbe finalmente far luce su un mondo poco considerato. «Con la pandemia – continua il presidente – tutti i limiti esistenti sono stati amplificati. La speranza è che la situazione possa migliorare dopo questo shock che abbiamo vissuto tutti. Anche se, onestamente, non sono molto fiducioso. Da quando ero bambino non è cambiato praticamente niente. Non mi aspetto molto, anche se noi continuiamo a lavorare per migliorare le cose». In provincia sono circa 700 le persone sorde che si scontrano con difficoltà quotidiane. Per i ragazzi anche in classe. Il Comune di Vicenza ha stanziato 2.500 euro per l’acquisto di mascherine trasparenti (vedi box). «È stato un gesto importante – continua Sinico – per il quale ringraziamo il Comune. Purtroppo non è facile individuare dispositivi certificati e c’è il problema che si appannano. Ma è sicuramente un passo avanti. Il Comune si è reso disponibile anche ad ospitare incontri informativi per il personale. È un modo per imparare a gestire alcune situazione al meglio per tutti».

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Il Comune di Vicenza ha recentemente stanziato 2.500 euro di contributo per l’ente nazionale sordi di Vicenza. Risorse destinate all’acquisto di mascherine trasparenti da distribuire ad alunni e insegnanti nelle scuole frequentate da studenti con disabilità uditiva. «Nel caso delle persone sorde – aveva spiegato l’assessore alle politiche sociali Matteo Tosetto – l’uso continuato delle mascherine chirurgiche ha un forte impatto in tutti i contesti della vita quotidiana, in quello scolastico i dispositivi di protezione impediscono a bambini e ragazzi di leggere il labiale e di comunicare con il resto della classe». Nel capoluogo sono 27 gli studenti con difficoltà uditive, di cui 9 iscritti agli istituti comprensivi e 16 in quelli superiori. L’amministrazione comunale ha dato inoltre disponibilità per attivare tre incontri formativi per i dipendenti comunali su come rapportarsi con le persone con disabilità uditiva e comunicare con loro in modo efficace.