“Leonardo da Vinci: Lingua dei Segni, Genio e Modernità”

Leonardo da Vinci è da sempre celebrato come uno dei geni più straordinari della storia, un uomo il cui genio ha attraversato i secoli, lasciando un’impronta indelebile nelle arti, nelle scienze e nella tecnologia. Tuttavia, accanto ai suoi capolavori pittorici e alle sue invenzioni rivoluzionarie, ci sono aspetti meno noti della sua vita, solo di recente emersi grazie a studi approfonditi e ricerche, che  confermano la sua sorprendente modernità e la sua capacità di guardare oltre i limiti del suo tempo. Tra i meno noti quello che grazie alla ricercatrice e diplomata LIS Maria Pirulli autrice con Stefano Ferrio del libro “L’ultimo messaggio di Leonardo”, è emerso nel corso del convegno “Sordità a Milano tra storia e memoria” organizzato dal nostro Istituto in Università Cattolica a Milano.

“Che Leonardo conoscesse la lingua dei segni non possiamo averne certezza – risponde Maria Pirulli – resta il fatto che al suo arrivo a Milano nel 1482 è documentato il suo saper interagire segnando e di quanto “Il trattato della pittura” sia pieno di riferimenti ai sordi come paradigma. Leonardo dice chiaramente ai pittori: guardate loro che meglio di chiunque altro sanno esprimere moti della mente, dell’animo e molto altro. Da lì partirà poi con gli studi sulla fisiognomica e l’apparato fonatorio”.

Il suo lavoro raccontato in sintesi nel suo intervento al convegno ha destato un grande interesse. 

“Purtroppo l’interesse generale in questa direzione si spense nel 2020 con l’arrivo della pandemia. Oltre naturalmente a Leonardo ora vorrei tanto tornare sul tema sordità da altri punti di vista ricercando collegamenti anche con altri artisti come Pinturicchio, Goya, non solo riguardo ai dati ma con uno studio più approfondito sulla percezione come scoperta nel 1995 da Giacomo Rizzolatti e il suo team”.