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Il Cantone apre alla lingua dei segni
Corriere del Ticino del 28/08/2021
Presto alcune conferenze stampa saranno tradotte in questo sistema, che verrà anche riconosciuto nella Costituzione – Raffaele De Rosa: «Un primo passo per rafforzare l’inclusione e la partecipazione di tutti alla vita sociale».
TICINO. In futuro le conferenze stampa su temi di grande rilevanza per la popolazione ticinese verranno tradotte nella lingua dei segni. Lo ha stabilito mercoledì il Consiglio di Stato, licenziando il rapporto su due atti parlamentari del PS inerenti al riconoscimento ufficiale della lingua dei segni e dei diritti di informazione dei disabili. Come detto, la traduzione varrà per le conferenze stampa su temi di grande rilevanza; la diretta degli altri momenti informativi si sposterà su YouTube, con possibilità di attivare l’opzione «sottotitoli». «Nel Programma di Legislatura 2019-2023, il Consiglio di Stato aveva già indicato la necessità di rafforzare e migliorare la comunicazione istituzionale, soprattutto per quanto riguarda l’uso di un linguaggio diversificato su più canali e più compressibile e fruibile per il cittadino», spiega, da noi raggiunto, il direttore del DSS Raffaele De Rosa. «La pandemia ha accelerato questo processo e ha evidenziato l’importanza di riuscire ad informare, tempestivamente e con regolarità, tutti i cittadini anche attraverso nuovi strumenti di comunicazione e l’uso differenziato delle tecnologie».
Ma non solo. Considerate queste esperienze, «il Consiglio di Stato, su proposta del DSS, ha optato per un cambio di paradigma, proponendo al Parlamento di inserire nella Costituzione cantonale la lingua dei segni. In quest’ottica, il Governo adeguerà progressivamente la propria modalità di comunicazione nei confronti dei cittadini, ad esempio facendo capo a tecnologie e strumenti già disponibili e concepiti per rendere ancora più semplice l’accesso alle informazioni e comunicazioni anche a persone con disabilità». Quello annunciato ieri «è un primo passo che dimostra la volontà politica di voler rafforzare l’inclusione e la partecipazione di tutti alla vita sociale nonché migliorare l’autonomia di tutte le persone. Una solidarietà, che è parte integrante della nostra realtà e della quotidianità, volta a combattere l’esclusione e l’isolamento. Nuove iniziative saranno valutate al termine all’iter parlamentare». E spetta allo stesso Parlamento decidere se tradurre in lingua dei segni anche le sessioni parlamentari. Tenuto conto del costo orario (145 franchi), si parla di costo annuo complessivo di circa 25-30 mila franchi.
di Nico Nonella