15 NOVEMBRE 2021
di Gian Guido Vecchi
Mercoledì 13 marzo 2013, secondo giorno del conclave. Alle 18.50 il cardinale gesuita di Buenos Aires ha superato il quorum di 77 voti, finito il conteggio il decano gli chiede se accetta l’elezione e, ricevuto l’assenso, domanda: «Quo nomine vis vocari?». È a questo punto che Jorge Mario Bergoglio scandisce nel silenzio stupefatto dei cardinali: «Franciscus». Nessun Papa aveva mai scelto il nome del Santo di Assisi. Poco prima il suo vecchio amico Cláudio Hummes, cardinale cappuccino seduto accanto a lui nella Sistina, gli aveva mormorato: «Non dimenticarti dei poveri!».

 

L’idea di una «Giornata mondiale dei poveri» arriverà solo tre anni più tardi, dopo l’incontro con quattromila clochard al termine dell’Anno della Misericordia. Ma il suo senso riguarda l’essenza del pontificato di Francesco. E non ha niente a che fare con il «pauperismo» o il «comunismo» che gli contestano gli oppositori, anche dentro la Chiesa. Fin dalla Gmg di Rio de Janeiro del 2013, Bergoglio ha ricordato la storia del Crocifisso che dice al santo di Assisi: «Va’ e ripara la mia Chiesa». Ai ragazzi che gli chiedevano cosa fare, e a tutti i cristiani da allora, ha ripetuto: «Leggete il capitolo 25 di Matteo, lì c’è tutto». Sono le parole di Gesù sul Giudizio finale, l’atteggiamento che distinguerà i giusti dai dannati, «ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, sete e mi avete dato da bere, ero forestiero e mi avete accolto… carcerato e siete venuti a trovarmi…».

 

Tra scandali di abusi sessuali e finanziari, la Chiesa ha ancora bisogno di essere riparata. Francesco ha convocato un Sinodo «per una Chiesa sinodale» come un richiamo alla Chiesa delle origini, «povera e per i poveri». Da ultimo, lo ha ricordato venerdì scorso ad Assisi: «La lezione fondamentale»  di San Francesco è «vivere il Vangelo alla lettera». 

 

 

Un miliardo di poveri

Cosa vuol dire

una Giornata mondiale

 

di Paolo Foschini

Care, cari,

 

bentrovate e bentrovati.

 

Ieri, 14 novembre, è stata la Giornata mondiale dei poveri. Un momento di riflessione – questo sono le Giornate mondiali – espressamente voluto da papa Francesco come ci ha ricordato Gian Guido Vecchi qui sopra. Aggiungiamo solo un paio di dati, recentemente ripubblicati da Asvis. Sono quelli del World poverty clock, orologio virtuale che in realtà è un algoritmo capace di calcolare – più o meno in tempo reale – il numero di persone nel mondo vivono (quando ci riescono) con meno di 1,90 dollari al giorno: e che attualmente, secondo l’orologio della povertà, sono circa 736 milioni. Una cifra che dopo un decennio di lenta ma progressiva riduzione è ri-aumentata di un centinaio di milioni con la pandemia. Il Goal 1 dell’Agenda Onu sarebbe quello di eliminare la povertà dal mondo entro il 2030. Ma nel 2030, se la tendenza attuale non cambia radicalmente, i poveri nel mondo non saranno zero: saranno un miliardo.

 

Due dei tre pezzi che seguono riguardano storie di libri. Il primo ce lo regala Pierluigi Panza, e parla di una bambina che si chiama Nicole. L’altro invece riguarda un pompiere del Montana che si chiama Ryan Benton. In mezzo ci sono Luca Bergamin e una rassegna musicale organizzata a Pozzuoli, in un luogo pazzesco per la sua bellezza sospesa a ridosso dei Campi Flegrei.

 

Chiudiamo anticipandovi, come sempre, una pagina del numero di Buone Notizie in edicola domani gratis con il Corriere. E la pagina (la trovate qui) è quella di Roberta Scorranese sulle donne di VadoLibera, iniziativa di cicloturismo al femminile inventata dalla guida Ilaria Ianni partendo da L’Aquila.

 

Continuate a scriverci, se volete, le vostre opinioni e segnalazioni. Sempre al solito indirizzo: buonenotizie@corriere.it

 

 

 

 

Buona lettura.

Le colpe di una giraffa,

la piccola Nicole

e la casa dei libri

di Pierluigi Panza
Nonostante il futuro incerto delle biblioteche, alla Braidense di Milano il direttore, James Bardburne, racconta un episodio positivo: l’effetto farfalla. “A Brera abbiamo constatato come una visita al museo e in Biblioteca abbia cambiato la vita delle persone provocando, a cascata, altri significativi mutamenti esistenziali”. Emblematica è la storia di Nicole, una bambina di tre anni, appassionata lettrice arrivata in Pinacoteca con la mamma nel 2017 dopo aver letto il libro Tutta colpa della Giraffa che il direttore Bradburne aveva scritto ispirandosi al quadro di Giovanni Bellini “La predica di San Marco”, dove si vede, appunto, una giraffa.

 

Le successive lettere della madre sull’effetto di quella visita sulla bambina, che ha incominciato a leggere e ha voluto tornare a Brera dal Sud Italia dove abita, hanno commosso il direttore che ha scritto un secondo racconto intitolato Nicole and the book house. “Ho raccontato – dice – di una bambina che costruisce una casetta per i libri. Alla mattina questi libri sono sempre capovolti perché di notte girano e si incontrano l’uno con l’altro”. A sua volta la madre di Nicole, basandosi su questo testo ha fatto costruire una casetta per libri nella camera della bambina e ha fatto realizzare delle illustrazioni alla bambina stessa ora stampate un volume sempre dal titolo Nicole and the book house.

 

Un effetto farfalla che ha portato alla costruzione della casetta in legno in cui Nicole in questi anni ha “abitato” coltivando la sua passione dei libri e invitando alcune amichette contagiate dall’amore per la lettura.

 

Questa esperienza porterà di nuovo mamma e figlia a Brera. Nicole infatti parteciperà, con la sua casa dei libri, a una presentazione di Francesco Brioschi editore che si svolgerà il 19 novembre in Biblioteca Braidense. Un effetto farfalla per annunciare la pubblicazione del nuovo libro di James Bradburne intitolato Nicole e la casa dei libri, edito da Valentina Edizioni e arricchito dalle illustrazioni di Marta Motzo.

 

Archeologia e comunità

La magia della musica

nel “Tempio” di Pozzuoli

 

 

di Luca Bergamin

Fare musica e arte in un luogo antico e simbolico come il Macellum-Tempio di Serapide a Pozzuoli per coinvolgere la popolazione a ritrovarsi, in sicurezza, anche in tempo di pandemia, e diffondere così un messaggio di positività alla collettività. Sono gli scopi di Magie Musicali, la rassegna in programma in questa seconda metà di novembre e sino al 18 dicembre.

 

Il Tempio si trova nel cuore di Pozzuoli, a ridosso delle banchine del porto, e la storia del suo ritrovamento è assai curiosa: a metà del ‘700 il re Carlo di Borbone non seppe resistere alla tentazione di capire a cosa appartenessero le colonne che affioravano dalla Vigna nota appunto come quella delle tre colonne. Così, per capire cosa fossero quelle protuberanze in marmo, ordinò lo scavo, permettendo in tal modo che dal deposito di residui marini spuntasse il Tempio di Serapide, chiamato così per la statua del dio egizio Serapide, attualmente esposta al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, che vi fu ritrovata con grande gaudio del sovrano.

 

Successivamente si scoprì, però, che questo non era un luogo religioso, bensì  il mercato pubblico della Puteoli romana, perciò gli fu dato il nome di Macellum, ad affiancare quella che per lungo tempo fu la destinazione ritenuta più ovvia.

 

Da quando riemerse, esso è il simbolo dell’arte e dell’archeologia nei Campi Flegrei, perciò la rassegna non avrebbe potuto avere un palcoscenico più suggestivo di questo complesso risalente all’età tardo Flavia: il cortile quadrangolare scoperto, le colonne in granito alte poco più di sei metri, il fatto che spesso sia parzialmente sommerso dall’acqua, lo rendono, specialmente di sera, un luogo portentoso. Da qui, forse, l’idea di intitolare Magie Musicali questa rassegna che prevede eventi musicali gratuiti e installazioni d’arte tra le vestigia a cura dell’Accademia Musicale dei Campi Flegrei.

 

Il programma di ogni appuntamento contempla la visita al sito archeologico, il racconto della sua appassionante storia e singolare rinvenimento, e poi ci sarà spazio per assistere ai concerti che avranno come generi musicali prescelti il gospel ovvero una tipologia che unisce e dà forza, l’esibizione di musica sacra da Vivaldi a Mozart. Poi toccherà al  Coro Eyael Città di Pozzuoli, che farà sentire davvero vicino il tempo del Natale. Per i giovani sarà un’occasione speciale di divertirsi e conoscere la storia antica, recuperando un po’ il tempo rubato dalla pandemia.

 

Quando un pompiere

si siede

a leggere una storia

Redazione Buone Notizie
Di nuovo libri, scusate. La foto sgranata che vedete qui sopra, fatta di notte con un cellulare, è stata scattata lungo una strada di Billings, nel Montana, da una certa Annie Marie Schmalz che in quel momento stava passando da lì. E nell’immagine si vede un pompiere che, seduto sul marciapiede accanto a una bambina, sfoglia con lei un libro illustrato. Il tutto pochi minuti dopo il grave incidente d’auto in cui era rimasta coinvolta la famiglia di lei.

 

Il fatto risale a qualche settimana fa, il suo rimbalzo sui social lo ha reso noto.  I vigili del fuoco avevano risposto a una chiamata per un incidente, erano partiti a sirene spiegate, erano arrivati sul posto. E per prima cosa naturalmente hanno fatto le cose più urgenti, a cominciare dai primi soccorsi ai feriti mentre arrivavano anche le ambulanze. Poi uno di loro, il pompiere Ryan Benton, 26 anni, mentre i suoi colleghi e i genitori della bambina erano impegnati tra carri attrezzi e rapporti di polizia ha tirato fuori un libro dall’autopompa e si è seduto sul marciapiede con lei. E ha cominciato a leggerle una storia.

 

“Questo ha permesso a lei di calmarsi – ha spiegato in seguito un portavoce dei vigili del fuoco – e ai genitori di concentrarsi sul recupero di un senso di normalità dopo un evento traumatico come un incidente”. “La cosa più dolce che ho mai visto”, ha scritto Allie Marie su Facebook pubblicando la sua foto.

 

E’ venuto fuori, come poi ha spiegato lo stesso portavoce, che i vigili del fuoco di Billings portano sempre borse con libri da dare o leggere ai bambini in situazioni traumatiche. Le borse contengono anche pupazzi di peluche. E naturalmente, oltre a diversi libri di vario genere, un libro specifico sui vigili del fuoco.