Artribune del 19/10/2021

ROMA. Parla di inclusione e di accessibilità il progetto messo a punto dal MAXXI di Roma che coniuga didattica e risorse digitali per rendere la propria offerta museale alla portata di tutti.

Il MAXXI è stato indiscutibilmente uno dei musei protagonisti della rivoluzione digitale del primo lockdown. Durante questo arresto inaspettato e prolungato ha preso forma un progetto importante, MIXT – Musei per tutti. Ce lo racconta Sofia Bilotta dell’Ufficio Public Engagement del museo romano.

Quando nasce il progetto sperimentale MIXT – Musei per tutti?
L’idea di MIXT nasce nel 2018 per un bando di Lazio Innova su proposta di due aziende informatiche: Mediavoice e DStech. Quando nel settembre del 2019 ci hanno comunicato che avevamo vinto abbiamo iniziato a lavorare, ma pochi mesi dopo ci siamo ritrovati in lockdown. Questa esperienza di isolamento e il lavoro in team da remoto hanno radicalmente cambiato il progetto. Tra febbraio e aprile ho ripensato gran parte dei contenuti, chiaramente all’interno di una cornice e un budget già approvati.

Come vi siete mossi per creare la ricchissima rete di collaborazioni sia istituzionali (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti, Ente Nazionale Sordi ecc.) sia con attori e artisti che hanno prestato la loro voce?
Proprio durante il lockdown abbiamo tessuto e ampliato la rete di collaborazioni decisive per MIXT. Attraversare questi mesi per molte persone con disabilità è stato particolarmente faticoso, per questo abbiamo cercato un modo per stare loro più vicini. Nascono così i progetti Collezione da ascoltare e Collezione in LIS per il palinsesto digitale #iorestoacasa con il MAXXI. Per alcune settimane ho lavorato tutti i giorni con due soci dell’Unione Ciechi di Roma alla scrittura dei testi successivamente letti dagli attori e con l’Ente Nazionale Sordi – CR Lazio per la redazione e la produzione delle video guide in Lingua dei Segni Italiana. Il lavoro sulle opere della collezione svolto a distanza con le tecnologie disponibili nelle nostre case è stato un mattone fondamentale per la successiva produzione di contenuti di MIXT. Gli attori invitati a partecipare sono stati di una straordinaria disponibilità nell’aderire gratuitamente al progetto per le persone con disabilità visiva.

IL PROGETTO MIX
Come siete riusciti a far dialogare i diversi protagonisti con lo staff del museo, con gli informatici, con il Dipartimento comunicazione ecc.?
Uno dei punti di forza di MIXT è il suo carattere multidisciplinare fondato sulla collaborazione di professionalità diverse. L’Ufficio Public Engagement usa metodologie partecipative con l’obiettivo di facilitare l’incontro e lo scambio tra persone diverse con esperienze diverse, permettendone la piena espressione e rappresentazione nei progetti. Il team di progetto conta oltre 40 persone, ma in questo caso i key-player sono stati i 12 narratori con disabilità, 6 sordi, 3 ipovedenti e 3 ciechi. Con loro, e intorno a loro, si è strutturato il percorso collettivo.

Se dovessi scegliere due momenti particolarmente emozionanti e arricchenti di questo percorso durato oltre un anno e mezzo, quali sarebbero?
Devo ammettere che i momenti emozionanti sono stati tanti, per farsene un’idea basta ascoltare le narrazioni sul sito del progetto. Uno che mi torna subito in mente è quello in cui una delle partecipanti cieche durante l’esplorazione tattile della Galleria 2 a museo chiuso, in pieno lockdown, mi dice: “Questa è la porta di acciaio del montacarichi, è lo stesso che sale dalla hall al piano terra”, dimostrandomi non solo di sapere esattamente dove si trovasse ma anche di aver letto e ricostruito la sezione dell’edificio con la sua complicatissima struttura. Orientarsi all’interno del MAXXI è una sfida per qualunque visitatore. Serve tornare e ritornare, esplorando palmo a palmo lo spazio per comprenderne il funzionamento, esattamente come fa una persona cieca, per questo abbiamo chiesto a loro di aiutarci a raccontarlo a tutti. MIXT è un progetto di accessibilità universale ma costruito dalle persone con disabilità per tutti noi, invece del contrario.

E il secondo?
Il secondo momento coincide con la testimonianza di una delle partecipanti sorde alla quale era stato chiesto di raccontare brevemente in un video cosa significasse il MAXXI per lei. La sua risposta in Lingua dei Segni, praticamente intraducibile, è stata di una sintesi e una potenza che mi hanno lasciata impressionata. Si trova sulla homepage del sito. Mentre le mani segnano il segno-nome MAXXI, che allude alla forma sinuosa della Galleria 5, il volto comunica interesse e stupore per quell’oggetto, le mani quindi si alzano per segnare la parola “arte” mentre lo sguardo le segue e il volto diventa ispirato, in quel momento le mani scendono e si uniscono sul petto in un segno di interiorizzazione e appropriazione totale mentre la mediatrice sorride. Ecco, per me quei pochi segni rappresentano tutto il senso del lavoro fatto.
Ho cominciato a studiare la LIS per riuscire a entrare nel merito dei contenuti che stavamo sviluppando con la comunità segnante e questo mi ha permesso di comprendere le dinamiche della lingua visivo-gestuale e il suo enorme potenziale narrativo e descrittivo. Per me, che sono una storica dell’arte che vive di immagini e forme, è stata una scoperta straordinaria e ricca di possibili sviluppi.

ACCESSIBILITÀ E INCLUSIONE
Il progetto MIXT è un esempio di “buona prassi” per la completezza dei prodotti ideati, il coinvolgimento degli utenti finali (sordi e disabili visivi) ma anche per l’unione tra digitale ed esperienza multisensoriale. Questo permette di sottolineare e ribadire il ruolo di primo piano dell’Italia nel panorama internazionale dal punto di vista dell’accessibilità culturale e al patrimonio. Avete anche voi questa sensazione?
Sicuramente esistono molte buone pratiche anche a livello internazionale, purtroppo non è sempre facile scoprirle per la scarsa comunicazione che ne viene data. Per questo cerco di portare avanti la mappatura dei casi di studio e la ricerca continua sulle buone pratiche insieme all’Università La Sapienza, presso la cui Scuola di Specializzazione in beni storico artistici insegno Didattica del Museo e del Territorio, e alle istituzioni preposte alla difesa dei diritti delle persone con disabilità. Proprio tramite l’Ente Nazionale Sordi è recentemente arrivata una valutazione importante di MIXT. Il 25 settembre scorso, in occasione della Giornata Mondiale del Sordo, festeggiata al MAXXI, le cariche istituzionali dell’ENS hanno visitato il percorso MIXT con un membro del board della World Federation of the Deaf, l’associazione internazionale che riunisce le istituzioni dei singoli Paesi. Il progetto è stato riconosciuto dal consigliere della WFD come una buona pratica unica nel suo genere per la partecipazione attiva delle persone sorde e per la rilevanza del percorso nel museo articolato in 11 aree permanenti con schermi per le video guide in LIS e IS (International Sign). Il team di progetto è stato quindi invitato a presentare MIXT alla conferenza quadriennale della WFD che si terrà in Corea del Sud nel 2024!

Quindi qual è il senso ultimo del progetto?
La piena fruibilità per le persone sorde italiane e straniere è uno degli obiettivi del progetto e che la comunità segnante lo senta proprio e ne faccia un effettivo strumento di formazione culturale e di orgoglio nazionale è significativo.
Il senso che anima il progetto credo lo abbiano riassunto bene Giuliano Frittelli e Camilla Capitani, presidente e consigliera dell’UICI Roma, quando il 23 settembre, in occasione della presentazione ufficiale di MIXT, hanno ricordato il motto del movimento mondiale delle persone con disabilità: “Niente su di noi senza di noi”. Dobbiamo solo cominciare ad applicarlo come principio di metodo.

di Annalisa Trasatti