Creare un corso di laurea per interpreti della lingua dei segni è tra gli obiettivi

FERMO. Una lingua vera, non un linguaggio e nemmeno una mimica ma una lingua che ha pari dignità rispetto all’italiano. Almeno così dovrebbe essere ed è proprio questa la battaglia che porta avanti l’ente nazionale sordi a livello nazionale, nella provincia di Fermo c’è il gruppo guidato dalla presidente Virginia Basili, Sara Brunellini è assistente alla comunicazione e interprete per la lingua dei segni in diversi comuni del territorio e nelle scuole: «Per me è stata un’esigenza, sono figlia di sordi e sono cresciuta in questo contesto, provando ad abbattere le barriere. La lingua dei segni si studia, si acquisisce in anni di impegno e di pratica ma è l’unico modo reale per garantire piena cittadinanza anche alle persone sorde, a partire dai banchi di scuola». La LIS dunque ha proprie regole grammaticali, morfologiche e lessicali. Si è evoluta naturalmente, come tutte le lingue, con una struttura molto diversa dalle lingue vocali. È una lingua che viaggia sul canale visivo manuale: «Spesso le problematiche non bambini e dei ragazzi sordi non vengono conosciute, gli insegnanti di sostegno non conoscono la lingua dei segni, tantomeno i compagni di classe. Il risultato è che si finisce dentro un isolamento che qualche volta costringe anche ad interrompere il percorso di studi». Quando ci sono invece le figure professionali adeguate, i ragazzi possono raggiungere anche livelli eccezionali: «A Fermo in questo momento parliamo di circa 13 studenti, abbiamo storie belle di successo che ci confortano. Per questo l’ENS a livello nazionale sta combattendo una battaglia per il riconoscimento della lingua dei segni, da parte nostra proprio a Fermo abbiamo organizzato, lo scorso anno, un corso di formazione di primo livello e c’è stata una bella adesione, per una intera classe di 24 persone interessate e motivate». L’ENS, che ha sede nella casa delle associazioni di via del Bastione, è a disposizione delle famiglie dei bambini che hanno una nuova diagnosi di sordità, volontari e professionisti sono a disposizione per far capire che una reale integrazione è possibile.

di Angelica Malvatani

Fonte: Il Resto del Carlino del 02-10-2018