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Coronavirus, “mascherine trasparenti” per una comunicazione inclusiva
Giornale della Protezione Civile del 13.05.2020
Coronavirus, “mascherine trasparenti” per una comunicazione inclusiva
“Pensare che servano solo ai non udenti è un messaggio sbagliato. Dovrebbero metterle tutti o almeno chi ha un impiego pubblico”, spiega Giuseppe Petrucci, presidente dell’Ente nazionale sordi. Intanto aumentano le iniziative che vanno in questa direzione in Italia
Indossare la mascherina è ormai un obbligo in numerose situazioni, in Italia come nella maggior parte dei Paesi nel mondo. Eppure, per una persona che legge il labiale questo potrebbe tradursi in una totale incapacità di comunicare con gli altri e nella conseguente esclusione sociale.
In tutto il mondo le comunità di non udenti stanno facendo pressioni affinché venga presa in considerazione l’importanza di promuovere maggiore inclusività nella comunicazione soprattutto in questo momento di emergenza sanitaria in cui ottenere informazioni corrette è fondamentale. Inclusione che passa, ad esempio, dalla presenza di un interprete in lingua dei segni durante le comunicazioni ufficiali, dall’inserimento di sottotitoli nei video informativi istituzionali, fino all’uso di mascherine con inserti trasparenti che permettano di leggere il labiale. Queste, però, non dovrebbero essere pensate solo per le persone con seri problemi d’udito – che in Italia sono oltre un milione – ma, ad esempio, potrebbero essere utili al supermercato, in farmacia, in ambulatorio, in ospedale, al lavoro in presenza di un collega non udente. “Pensare che servano solo ai non udenti è un messaggio sbagliato. In realtà è uno dei tanti modi per rendere più accessibile la comunicazione tra sordi e non. Quindi dovrebbero metterle tutti o almeno chi ha un impiego pubblico”, spiega Giuseppe Petrucci, presidente dell’Ente nazionale sordi.
Sembra andare in questa direzione l’iniziativa del Comune di Pietrasanta, in provincia di Lucca, che nei prossimi giorni distribuirà gratuitamente a quanti ne faranno richiesta mascherine trasparenti. “Non solo ai familiari, ma la distribuzione deve riguardare il personale sanitario, i volontari delle ambulanze, i lavoratori di uffici pubblici e tutti coloro che svolgono lavori di pubblica utilità in cui imprescindibile è il contatto con l’utente”, spiega il consigliere comunale Giacomo Vannucci.
In Italia sono nate diverse iniziative per produrre mascherine trasparenti. Il sito Intendime ha raccolto molte realtà in grado di produrre o reperire i presidi utili alle persone sorde, suddividendole per Regione e fornendo i contatti dei distributori. A Messina è stata realizzata una serie di prototipi di mascherine trasparenti, grazie ad un’idea di Antonella Dimoli, assistente all’autonomia e alla comunicazione ed interprete professionale di lingua dei segni. Irene Coppola, stilista di Gallipoli (LE), proprietaria di un laboratorio di moda per donne, crea mascherine in cotone rivestite all’interno di pelle d’uovo, da regalare a chi ne ha bisogno. Ne ha realizzate e donate finora 7.800. Anche a Collegno (TO), Sabaudia (LT), e Taranto, con le due associazioni Giorgio Foreveer e Mister Sorriso, si forniscono le mascherine trasparenti gratuitamente. La Protezione Civile del Molise è in procinto di consegnare una piccola quantità di mascherine certificate riutilizzabili (non ad uso sanitario) con una ‘finestra’ trasparente ai Centri di salute mentale regionali, alla rete delle persone con disturbi dello spettro autistico, ad alcuni centri diurni, alla neuropsichiatria infantile e all’Ente sordomuti.
Intanto, sono nate nuove iniziative per migliorare la comunicazione delle persone non udenti in questo momento di emergenza. L’Ente Nazionale Sordi Onlus ha avviato un’iniziativa per aiutare i pazienti sordi ricoverati a comunicare con il personale medico e con i propri familiari in collaborazione con TIM, che ha distribuito circa 1.000 device (tablet e cellulari), in circa 75 enti ospedalieri in 11 regioni del Paese (Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sicilia e Veneto). Il servizio gratuito consente ai pazienti sordi ricoverati con Covid-19 di comunicare in Lingua dei Segni mediante interpreti professionisti volontari.
(fonti: Abili a proteggere, Profilo FB, Giacomo Vannucci, Ens)