Cochlear, un film per raccontare che la sordità si può curare

ROMA. Si chiamano impianti cocleari e si utilizzano per il trattamento dell’ipoacusia moderata o profonda. Un problema che affligge persone di qualsiasi età, spesso anche bambini, e non sempre di facile approccio per le famiglie. Per questo, l’azienda Cochlear Limited, leader mondiale per soluzioni acustiche impiantabili, che ha ‘curato’ 450.000 persone in più di 100 nazioni, ha deciso di comunicare in modo originale e innovativo per far conoscere questi apparecchi ma, soprattutto, per far capire che quella della sordità profonda è una difficoltà che si può affrontare, permettendo a tutti di avere una vita quasi normale.

Così, ha deciso di dare il proprio sostegno alla produzione del film “Dentro il silenzio”, un lungometraggio nato da un’idea di Antonio della Volpe e Lucio Allegretti, per la regia di Pino Sondelli, con Stefano Moffa e Stefania De Francesco come attori protagonisti. Un film tratto da una storia vera, quella di due genitori che si accorgono che i loro gemellini sono affetti da una sordità profonda e che, dopo un lungo travaglio, arrivano nel ‘posto giusto’: l’Uosd di Chirurgia protesica della sordità infantile del Santobono-Pausilipon di Napoli, Centro di riferimento regionale per gli impianti cocleari in età pediatrica.

“Dentro il silenzio” vuole essere, quindi, uno strumento utile per far conoscere alle famiglie una possibile alternativa a quello che, altrimenti, può essere vissuto come un dramma senza lieto fine.

E Cochlear Limited ha anche accolto con entusiasmo la recente risoluzione dell’Assemblea mondiale della Sanità (Ams) – ente superiore dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) – che approva un piano d’azione a favore della salute dell’udito e riconosce i vantaggi della prevenzione, dell’intervento e del trattamento dell’ipoacusia a livello mondiale, affermando la necessità di adottare provvedimenti concreti per gestire al meglio l’aumento considerevole dell’ipoacusia, a partire dalla diffusione della conoscenza, da programmi di screening dell’udito in determinate fasi della vita, fino ad arrivare a un accesso più semplice alle tecnologie assistive per l’udito, quali impianti cocleari, per coloro che le necessitano.

Secondo stime dell’Oms, infatti, oltre 360 milioni di persone, più del 5% della popolazione mondiale, vivono con una ipoacusia invalidante, di cui 32 milioni sono bambini. Con l’aumento dei tassi di incidenza, le stime recenti del costo generale dell’ipoacusia non trattata si attestano a 750 miliardi di dollari l’anno. “Questa risoluzione – ha affermato Chris Smith, Ceo e presidente Cochlear – dà speranza alle persone con ipoacusia invalidante, senza distinzione di età o provenienza. In alcuni paesi i bambini con ipoacusia non hanno accesso all’istruzione. Gli adulti con ipoacusia non riescono a trovare lavoro o a esprimere il loro potenziale, e i più anziani si scontrano con gravi problemi di salute quando l’ipoacusia non è trattata”.

“Ormai è deciso: la sordità e l’ipoacusia sono state riconosciute come grave problema di salute pubblica e l’organo legislativo della salute mondiale ha affermato che è giunto il momento di agire. La mission di Cochlear consiste nel migliorare la vita di persone con ipoacusia e, in qualità di azienda specializzata nella salute uditiva, diamo il nostro contributo insieme ad altri stakeholder per arginare questo problema sanitario generale. Questa risoluzione rappresenta un importante traguardo e, se applicata, può alleviare l’enorme fardello che grava su milioni di persone e su molte società”, ha concluso.

Fonte: Il Foglio del 15-07-2017