Corriere della Sera del 20/01/2023

PALERMO. Ha 34 anni ed è stata assunta dal teatro «Massimo» di Palermo. Un’impresa straordinaria. Usa protesi particolari («Come stare sott’acqua») e sogna di danzare con Bolle. «Il momento più brutto durante la pandemia: con la mascherina non leggevo il labiale del mio coreografo»

Il momento più duro è stato quello della pandemia. «Dovevamo indossare tutti la mascherina mentre ballavamo e a quel punto per me era difficilissimo sentire le correzioni del coreografo, tanto più che non potevo leggerle attraverso il labiale. Era inevitabile perdere alcune sfumature». Ora che siamo tornati alla (quasi) normalità, Carmen Diodato, 34 anni originaria del Cosentino e, per usare le sue parole, «sorda profonda bilaterale», riesce a colmare le «dispari opportunità» con le sue colleghe nel solito modo: impegnandosi il triplo. «Se devo preparare degli assoli, passo il pomeriggio a provarli in casa ascoltando a ripetizione la musica, finché non la sento perfettamente», racconta a voce via Skype da una sala del Teatro Massimo di Palermo, dove fa parte del corpo di ballo. Accanto a lei c’è il fidanzato, Mirko Lo Coco, cantante e studente all’Accademia degli artisti di Roma, che ha conosciuto qui tre anni fa.

L’ex «bambina pigra»
Carmen sente attraverso le sue protesi in un modo diverso dal nostro, che lei prova a spiegare così: «Il suono è ovattato, potrei dire come quando si sta sott’acqua». Ma è bravissima nel leggere il labiale (l’intervista l’abbiamo fatta con una video chiamata in modo da agevolarle il compito). Parla «gonfiando» un po’ le lettere. E smonta qualche pregiudizio che ancora resiste. «Per fortuna nessuno usa più la parola sordomuti, perché non siamo muti. Riusciamo a parlare, grazie agli esercizi con la logopedista». Lei ha cominciato a farli a due anni, quando i genitori si accorsero che qualcosa non andava. Il pediatra insisteva nel dire che era una bambina «pigra». Poi un giorno cadde un oggetto molto pesante che fece saltare su tutta la famiglia, tranne Carmen, che aveva continuato a giocare tranquilla.

L’intuizione della logopedista
«Devo alla mia logopedista l’amore per la danza. Fu lei a suggerire a mia madre di iscrivermi a una scuola di ballo, perché la musica avrebbe potuto aiutarmi: era l’Accademia Vesuviana di Danza, la mia famiglia si era trasferita in Campania per seguire mio padre carabiniere. Io sentivo le vibrazioni attraverso il pavimento. In quel periodo ho cominciato a portare le prime protesi esterne, grazie alle quali il mio isolamento è finito. Oggi senza protesi non sento nulla, né suoni né rumori. Quando le indosso sento a modo mio, non come voi udenti, perché non riesco a coprire tutta la gamma dei suoi. La stessa musica la sento a modo mio , solo una parte. Ecco perché poi mi esercito molto a casa, per essere al passo con le altre».

Il sogno di ballare con Bolle
Il suo mito è la ballerina argentina Marianela Núñez. Mentre sogna sempre di poter esibirsi un giorno accanto a Roberto Bolle: «Una volta l’ho visto da vicino alla Scala. Sarebbe bello fare insieme un passo contemporaneo neoclassico dedicato proprio alla sordità». Carmen Diodato balla da quando aveva quattro anni. A 12 ha fatto il provino per entrare nella scuola di danza del San Carlo di Napoli, dove è entrata ed è rimasta solo un anno. Racconta: «L’anno successivo la direttrice ha ritenuto che non avessi le stesse potenzialità delle altre, per via dell’udito. Aveva proposto ai miei genitori di farmi fare un impianto cocleare , che però implica un delicato intervento chirurgico. Con i miei ci consultammo con uno specialista a Piacenza, che però ci sconsigliò di farlo. Io però non mi sono arresa e mi sono iscritta alla scuola privata Percorsi di danza, a Somma Vesuviana, dove mi sono diplomata con il massimo dei voti nel 2007». Dopo ci sono stati tanti corsi di perfezionamento, anche al Teatro dell’Opera di Roma. E infine le partecipazioni ad allestimenti importanti all’Arena di Verona per opere cone La Traviata e L’Aida, e da qualche anno, al Teatro Massimo di Palermo, dove fa parte del corpo di ballo (undici anni fa c’è stato anche un passaggio a Italia’s Got Talent).

La passione di una vita
Carmen è molto serena e sorride tanto: «La mia passione è sempre stata la danza ed è rimasta la danza. In fondo il mio sogno l’ho realizzato: volevo entrare nel corpo di ballo di un teatro e finalmente ce l’ho fatta. Ora mi piacerebbe creare un balletto a tema, che sia senso alla mia sordità di ballerina professionista. Credo di essere l’unica professionista al mondo nel corpo di ballo di un Teatro: in Italia di sicuro e negli altri Paesi non abbiamo ancora riscontro». Per il resto, la sua vita è come quella degli altri, solo con qualche accorgimento: «I miei genitori e mio fratello li sento sempre in video chiamata. E con Mirko, quando litighiamo, dobbiamo guardarci in faccia. Ma ormai si è abituato anche lui. E devo dire che ci capiamo al volo!».

di Elvira Serra