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Bimbi e disturbi uditivi: lo screening fondamentale
Bimbi e disturbi uditivi: lo screening fondamentale
Corriere Nazionale del 07/12/2020
Disturbi uditivi nel bambino: dallo screening all’orecchio bionico. Attenzione a problemi del linguaggio e calo del rendimento scolastico
Nel primo anno di vita i bambini apprendono moltissimo dall’ambiente esterno. Tutto è una novità da esplorare e conoscere, e lo fanno utilizzando la vista, l’udito e il tatto. Per un genitore è difficile capire eventuali disturbi uditivi del bimbo. In genere, mamma e papà iniziano a rendersene conto solo dopo alcuni mesi, a volte anni, quando si accorgono che il proprio figlio non risponde se viene chiamato, non reagisce a rumori forti come clacson, oggetti che cadono a terra ed esplosioni o ha difficoltà a parlare e relazionarsi con gli altri.
Individuare subito dopo la nascita la presenza di un deficit uditivo consente di attivare precocemente trattamenti specifici e percorsi di riabilitazione, ed evitare che la sordità porti a un ritardo o un mancato apprendimento del linguaggio. Per questa ragione, da alcuni anni è stato introdotto lo screening uditivo universale obbligatorio alla nascita.
Per capire di cosa si tratta e come si può intervenire in caso di sordità infantile, parla Diego Zanetti, Direttore dell’Audiologia del Policlinico di Milano.
In cosa consiste lo screening uditivo nei neonati?
Mentre il bambino dorme, nel condotto uditivo del piccolo viene inserita una sonda morbida che emette dei suoni di bassa intensità. Se la coclea* funziona, “risponde” a questi suoni con un eco, che viene rilevato dalla sonda stessa. Viceversa, se la coclea non è funzionante il neonato non è in grado di udire nessuno stimolo sonoro, anche se inviato a elevata intensità.
Il test dura 1-2 minuti per orecchio, è gratuito, indolore e viene eseguito nei primi giorni di vita del neonato. Se il test risulta positivo non significa che il bimbo ha problemi di udito, può trattarsi di un caso di “falso positivo”. È necessario quindi ripetere l’esame (re-test) entro 3 settimane. Se anche il re-test dà esito positivo il piccolo sarà visitato da un Medico Specialista Audiologo per valutare la reale esistenza e gravità di un problema uditivo, la presenza di fattori di rischio (es: familiarità, ricovero in terapia intensiva neonatale, infezioni durante la gravidanza) e per pianificare gli eventuali controlli nei primi 3 anni di vita del bambino e la terapia necessaria.
*Coclea: porzione dell’orecchio interno deputata a convertire le onde sonore in impulsi elettrici che viaggiano poi verso il cervello per essere interpretati. In pratica rappresenta il “microfono” dell’apparato uditivo umano.
Quanti bimbi soffrono di disturbi uditivi?
La sordità alla nascita colpisce da 1 a 2 bambini ogni 1000 nati, e 1 caso su 4 è tanto grave da pregiudicare il normale sviluppo del linguaggio. Da quando è stato introdotto lo screening uditivo “universale” nel neonato, in tutte le Neonatologie della Lombardia, circa il 95% delle sordità gravi viene identificata già nei primi 3 mesi dalla nascita, dato che i bambini “sospetti” vengono inviati ai centri specializzati, come l’Audiologia Infantile del Policlinico.
Qual è il percorso in Policlinico e quanti bambini sono seguiti?
Dopo una prima visita audiologica per identificare il tipo di sordità, i piccoli pazienti e i loro familiari sono accompagnati durante tutto il percorso di riabilitazione dell’udito da un team di esperti composto da Medici e Chirurghi Audiologi, Tecnici Audiometristi, Tecnici Audioprotesisti, Psicologi e Logopediste. I genitori vengono rassicurati e informati sulle diverse soluzioni tecnologiche per trattare ogni forma di perdita uditiva (apparecchi acustici, protesi acustiche impiantabili osteo-integrate, impianti cocleari). In particolare, le sordità meno gravi vengono riabilitate con apparecchi acustici; quelle gravi/profonde con l’impianto cocleare, il cosiddetto “orecchio bionico”.
Ogni mese al Policlinico di Milano vengono visitati circa 70 bimbi, tra cui ogni anno vengono diagnosticati circa 20 casi di sordità grave. Una volta presi in carico, vengono seguiti fino all’età adulta con l’obiettivo di consentire, in ogni caso, un livello di percezione uditiva utile ad un regolare sviluppo del linguaggio e ad una normale vita di relazione.
L’importanza della logopedia: che prospettive ci sono dopo il percorso di cura?
La Logopedia è il perno del processo riabilitativo. Le Logopediste dell’èquipe dell’Audiologia del Policlinico eseguono la valutazione delle abilità percettive nelle varie fasi e guidano la riabilitazione con esercizi appropriati per ogni età (dai neonati agli anziani). A tutti gli effetti, l’impianto cocleare risolve o migliora fortemente la disabilità uditiva, restituendo l’individuo ad una piena capacità di relazione sociale o lavorativa, o consentendo nei bambini un normale accesso all’apprendimento scolastico (spesso senza più necessità di insegnante di sostegno). E’ uno dei rari casi di vero superamento dell’handicap sensoriale.