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Anziani. “Non lasciamoli soli”, una campagna per sconfiggere l’isolamento sociale
Tutelare gli anziani, prendersi cura di loro e non lasciarli soli. Di fronte a bollettini quotidiani sempre drammatici – il numero di morti per Covid non scende e, nell’86 per cento di casi, si tratta di persone con più di 70 anni – Uneba, Fondazione Italia per il dono onlus, Associazione Italia Longeva e Nipoti di Babbo Natale hanno lanciato Non lasciamoli soli, una campagna di raccolta fondi volta a sensibilizzare i cittadini su un tema tanto importante. “Mobilitare risorse ed energie non solo è indispensabile per aiutare i nostri anziani e chi si prende cura di loro – spiegano –, ma è anche un’opportunità concreta per creare le condizioni affinché la società post Covid sia migliore di quella che l’ha preceduta”.
Grazie all’infrastruttura di Fondazione Italia per il dono onlus (Fido), tutte le realtà non profit che assistono le persone anziane avranno a disposizione una piattaforma di crowdfunding dedicata (www.lenostreradici.org) che chiunque potrà utilizzare per donare scegliendo l’organizzazione o l’iniziativa che meglio risponde ai propri interessi e sensibilità. Oltre a condividere la propria scelta con amici e parenti, sarà anche possibile attivare una propria personale campagna di raccolta fondi a favore dell’ente o del progetto che si desidera sostenere. In quest’ultimo caso, grazie alla collaborazione con il Master per promotori del dono, saranno disponibili suggerimenti e indicazioni pratici su come mobilitare donazioni in modo efficace. La Fondazione – che comunicherà pubblicamente il concreto utilizzo delle somme raccolte, mettendo a disposizione la rendicontazione di ogni iniziativa realizzata – si impegna ad assistere tutti i donatori perché possano godere di un beneficio fiscale che va da un minimo del 30 per cento sino a quasi il 50 dell’importo donato aiutando ad individuare lo strumento normativo più vantaggioso e offrendo indicazioni pratiche per una corretta compilazione della dichiarazione dei redditi. “In questo modo – spiega la Fondazione, intermediario filantropico partecipato dal Consiglio del Notariato e dall’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, oltre che da istituti bancari e assicurativi – i cittadini non solo potranno godere di un rilevante risparmio fiscale, ma avranno la concreta opportunità di indirizzare una quota della spesa pubblica”.
Tra i progetti che è già possibile sostenere, tanti hanno come obiettivo quello di intensificare i rapporti con i parenti. C’è, per esempio, la Rsa Casa Madonna della Fiducia di Calolziocorte, in provincia di Lecco, che chiede fondi per il potenziamento della rete wifi della struttura e l’acquisto di maxi tablet “perché per tutti sia possibile vedersi, almeno nei modi consentiti dall’attuale situazione”. C’è il Centro anziani Casson di Chioggia, alle porte di Venezia, che scrive: “Vorremmo poter realizzare quattro installazioni, una per ogni nostra struttura, che seguano le norme sanitarie e di sicurezza, per permettere ai nostri anziani e ai loro familiari di rivivere questo piccolo, ma fondamentale gesto: scambiarsi una carezza”. La Fondazione Ca’ d’ Industria di Como ha lanciato una raccolta fondi per “l’acquisto smart tv per poter aprire una finestra in più sul mondo esterno e di webcam, tablet e proiettori per moltiplicare le occasioni di stare insieme e per la dotazione di tutte le strutture di rete wifi, per poter essere sempre connessi con i propri cari. In questo periodo di isolamento forzato anche le nostre rsa hanno dovuto ricorrere a mezzi di comunicazione moderni, sino a ora lontani dalle nostre realtà. La reazione dei nostri ospiti è stata sorprendente: la tecnologia con loro diventa viva. Baci e carezze dati allo schermo di un tablet e anche la voce del sacerdote in filodiffusione è accolta con una strana reazione, come se la presenza fosse avvertita vicina, avvolgente”.
“La solitudine che spesso caratterizza la vita degli anziani, in molti casi acuita dalla minore autosufficienza, è tra le minacce più temibili legate all’invecchiamento – sottolinea Roberto Bernabei, Presidente di Italia Longeva –. Andrebbe considerata alla stregua di una vera malattia e per questo contrastata attraverso un sistema socio-sanitario che sia conciliabile con le esigenze degli anziani: perché possano essere protetti nella loro fragilità e al tempo stesso sentirsi meno isolati e, di conseguenza, restare fisicamente e cognitivamente attivi”. Sentimento condiviso anche da Franco Massi, Presidente di Uneba: “Noi enti del non profit di radici cristiane siamo nati e viviamo grazie al legame stretto con i territori dove operiamo. Di questo sostegno, le nostre rsa e case di riposo hanno ancora più bisogno oggi: la pandemia le ha messe a dura prova e ha portato a grandi spese per i dispositivi di protezione individuale e per il personale necessario ad assistere al meglio i nostri longevi”. “Non si muore per la malattia – ha concluso Stefano Zamagni, presidente onorario di Fido –. Si muore per l’abbandono e la solitudine”.