Il bimbo ci sente bene? Ecco i segnali

Quasi 32 milioni di bambini nel mondo convivono con disabilità uditive.
La perdita dell’udito influisce sullo sviluppo della parola e può causare problemi di apprendimento e di autostima. Ecco i campanelli d’allarme e le possibili soluzioni.

Sapevi che l’udito aiuta lo sviluppo non solo della parola, ma anche di molti altri aspetti della vita scolastica di un bambino? Se non trattata, la perdita dell’udito influisce sullo sviluppo della parola, della lingua e del vocabolario che può causare problemi di apprendimento e portare a risultati scolastici ridotti.

Non essendo in grado – o solo parzialmente – di comprendere le parole della lingua madre, i bambini con disabilità uditive possono avere difficoltà ad acquisire la lingua parlata: questo porta a problemi con la grammatica, l’ordine delle parole, in breve l’intero spettro della comunicazione verbale.

È anche possibile che l’ipoacusia possa limitare il livello intellettuale e psicosociale di sviluppo di questi bambini. Le difficoltà nella comunicazione portano spesso all’isolamento sociale e a una scarsa autostima. Esiste un nesso di causalità anche tra le abilità di ascolto e del linguaggio e lo sviluppo emozionale.

Oggi, secondo i dati OMS, quasi 32 milioni di bambini convivono con disabilità uditive: più del 90% è nato da genitori udenti. Fino a un neonato ogni 200 nasce con una disabilità uditiva grave o la sviluppa nella prima infanzia.

Nei bambini, il trattamento precoce è fondamentale: diversi studi hanno dimostrato che i bambini sottoposti a impianti prima del compimento del secondo anno d’età hanno prestazioni migliori rispetto a quelli in cui viene installato un impianto più tardi e molti sono in grado di sviluppare competenze linguistiche orali pari a quelle dei bambini udenti.

Quali sono i campanelli d’allarme che consentono una diagnosi precoce? Il bambino non risponde ai rumori forti, non capisce da dove provenga il rumore/il suono della voce, non segue le istruzioni o lo fa nel modo sbagliato. Il linguaggio del bambino non si sviluppa oltre ai rumori base. Il bambino non risponde alle voci, neppure se accompagnate dal contatto fisico o risponde in un modo frustrato o aggressivo.

Il modo migliore per trattare la perdita dell’udito è recarsi da un medico per ricevere una diagnosi precisa ed essere indirizzati verso un professionista audiologico. L’obiettivo di un intervento tempestivo è quello di ottenere uno sviluppo delle abilità uditive e del linguaggio tale da concedere al bambino ipoacusico le stesse possibilità di apprendimento e sviluppo proprie di un normo udente. Già da un anno di vita, i bambini che presentano una perdita dell’udito da severa a profonda possono essere candidati per un impianto.

L’impianto cocleare è uno strumento elettronico inserito direttamente nell’orecchio interno. Consiste in un impianto interno e in un elemento esterno (il processore audio), che raccoglie le onde sonore nelle vicinanze e le trasmette all’impianto, che a sua volta trasferisce questi segnali attraverso il nervo acustico direttamente al cervello, dove sono percepiti i suoni. Lo scopo è ripristinare la capacità di sentire suoni e rumori e di comprendere parole e frasi, sostituendo le cellule ciliate danneggiate o inesistenti della coclea.

di Roberta Camisasca

Fonte: SaniHelp.it del 16-01-2018