2006

Presidente:  Pietro Matera

Consiglieri:  G. Brambilla, P. Ghezzi, M. Tilocca, G. Teneggi, C. Friggi,  L. Capocasale, L. Dambra, A. Varini

 

La scomparsa di Carlo Calonga

Il 14 gennaio 2006 se n’è andato il sordo Carlo Calonga, 96 anni, che dal 1937 fu un pilastro della squadra di calcio della Silenziosa e dal 1937 fu anche nel Consiglio Direttivo della stessa.. Fu il primo presidente dell’ENS provinciale di Milano e della Delegazione Regionale Lombarda dell’Ente Nazionale Sordomuti.

Come Presidente della Delegazione Regionale dell’ENS, il 1° settembre 1951, Carlo Calonga era stato uno dei sei firmatari del Patto di Milano, dove i sottoscrittori – gli altri cinque furono Ali Vincenzo, De Carlis Giovanni, Rubino Francesco, Carli Edgardo e Antonietti Germano – si dichiaravano «Pienamente consapevoli del dovere di non infrangere, ma di rafforzare l’unità dei sordomuti, conquistata a duro prezzo dopo anni e anni di tentativi, compresi del dovere sociale di salvaguardare questa preziosa conquista, al fine di porre su salde basi la fraterna convivenza di tutti i sordomuti nella “Casa del Sordoparlante”, abbiamo stabilito che le Organizzazioni firmatarie si vincolino, con tale atto,  in patto di solidarietà e di unione… », stabilendo poi dodici precise norme per la pacifica coabitazione nella “Casa del Sordoparlante”, fatta costruire per i sordomuti da mons. Luigi Casanova e inaugurata, a lavori ancora in corso, il 12 dicembre 1926.

Carlo Calonga, dunque, quel 1° settembre 1951 era il primo firmatario di quel “Patto di Milano”, ma risulta che è stato pure il primo ad averlo infranto, era molto irruente ed impulsivo, c’è voluta, poi, una grande opera moderazione di Francesco Rubino, per riportare Calonga alla calma.

Ma Calonga era pure una persona altruista, era sempre stato molto impegnato soprattutto in campo sportivo, da giovane era un buon calciatore, poi era stato per anni il segretario della Società Sportiva Silenziosa milanese.

Nel 1977, Calonga sparì improvvisamente dall’ENS (e dalla Silenziosa) perché si era di nuovo scontrato con qualcuno all’ENS e avrebbe voluto costituire una nuova associazione per contestare l’associazione dei sordi milanesi. Quattro gatti l’hanno seguito, si ritrovavano ogni settimana in un bar all’angolo di Via Boscovich, ma poi l’età e gli affanni li hanno convinti a desistere. A molti dispiace che Calonga se ne sia andato da questo mondo senza lasciare nessuna traccia di sé e del suo passato impegno per l’ENS e per lo Sport “silenzioso”: non ha lasciato scritto nulla, ma da queste pagine è ricordato come primo Presidente dell’ENS di Milano e come fautore di primo piano dei Giochi Mondiali Silenziosi di Milano 1957, dove fu al fianco di Francesco Rubino e suo molto valente collaboratore.

2007

Presidente:  Pietro Matera

Consiglieri: G. Brambilla, P. Ghezzi, M. Tilocca, G. Teneggi, C. Friggi,  L. Capocasale, L. Dambra, A. Varini

 

Omaggio postumo a Marzio Zanatta

La morte improvvisa di Marzio Zanatta, 66 anni, avvenuta nella notte di venerdì 23 marzo 2007 ha lasciato sgomenti e increduli coloro che lo conoscevano; ossia tutti quelli che, a partire dagli anni Sessanta, hanno profuso il loro impegno per l’ENS e per lo Sport “silenzioso” italiano, e che inevitabilmente si erano imbattuti in Marzio, prima a Firenze e poi a Roma, dove era stato assunto, dal CONI, e anche a Milano, durante la sua intensa attività associativa ai vertici dell’ENS e della FSSI. Egli era un personaggio capace di destreggiarsi politicamente, sportivamente e socialmente, con quel suo carattere indocile ma aperto.

Nacque a Firenze il 24 aprile 1941. Divenuto sordo a 12 anni, fu accolto da Padre Arturo Elmi nella Piccola Missione per i Sordomuti, dove concluse la scuola elementare e prosegui poi gli studi nella scuola di avviamento professionale a Padova, e proseguendo poi gli studi alla scuola di odontotecnica. Il suo esordio nel mondo dei sordi fu di dare una mano alla Sezione ENS di Firenze, negli anni Sessanta, dove entrò nel gruppo operativo della Unione Sportiva ENSdove fu Vice presidente e contribuì, con la sua passione sportiva, allo sviluppo dello sport, soprattutto de calcio, all’ENS di Firenze, antagonista in quegli anni della Silenziosa milanese. Si trasferì a Roma e fu assunto dal CONI come impiegato e da lì iniziò a collaborare con Francesco Rubino sulle iniziative sportive a livello nazionale, e fu il naturale successore dello stesso Rubino, quando questi morì nel 1979, alla presidenza della FSSI e fu lui che condusse per 10 anni le trattative con il CONI per l’ingresso nella Federazione dei Disabili, FISD.

Purtroppo, nel 1990, quando la FSSI decise di entrare a far parte della FISD, a cui Marzio aveva lavorato con impegno per 10 anni ed era allora Presidente della Federazione sportiva silenziosa italiana, successe l’imprevisto ed egli non accettò di essere estromesso dalla direzione della nuova Federazione.

Resta il rimpianto di tutti gli sportivi silenziosi italiani per la sua improvvisa e prematura dipartita, ma soprattutto per la sua uscita di scena, sbattendo la porta, diciassette anni prima, per un ripicco che ha logorato fisicamente un grande uomo, e introspettivamente ha nuociuto in gran parte allo sport “silenzioso”.

Ora è però il momento di chinare la fronte dinanzi al gran condottiero di Los Angeles 1985 e Christchurh 1989, e ricordare i suoi meriti, tra cui il leale antagonismo con la Silenziosa di Milano, quando guidava l’U.S. RNS di Firenze: «Grazie, Marzio, per ciò che sei stato, hai fatto, dato, scritto e lasciato per l’ENS e per lo Sport “Silenzioso».

 

2008

Presidente:   Pietro Matera

Consiglieri:   G. Brambilla, P. Ghezzi, M. Tilocca, G. Teneggi, C. Friggi,  L. Capocasale, L. Dambra.

 

Il mondo della Lotta piange Ignazio Fabra, un Campionissimo
Il più grande campione sordo di tutti i tempi, Ignazio Fabra, nato a Palemo nel 1930, è stato tesserato per due anni, 1962 e 1963, alla Silenziosa di Milano, (si allenava e gareggiava con la squadra di lotta della Mediolanum Milano) prima di trasferirsi a Genova per ragioni di lavoro. La sua morte, all’età di 78 anni, avvenuta a Genova il 13 aprile 2008, ha lasciato sgomenti tutti coloro che lo avevano conosciuto, in particolare chi, negli anni Cinquanta e Sessanta, fu partecipe dei suoi fantastici successi sportivi.

Fabra per due volte sfiorò il trionfo d’Olimpia conquistando, con due opinabili sconfitte, la fama dell’Invincibile (in carriera non fu mai atterrato); il lottatore italiano che, unico nella nostra storia, si cinse dell’alloro iridato; il Siciliano che visse nel silenzio in cui madre natura lo aveva imprigionato, viene ora salutato dall’applauso commosso e riconoscente di tutti coloro che lo hanno amato e stimato, non solo nella sua adottata Genova ma in tutto l’universo di chi sa cosa sia la Lotta.

Nato a Palermo il 25 aprile del 1930 viene avviato alla pratica della lotta dallo zio Nino Calvaruso che conduce il ragazzo presso la mitica Accademia Pandolfini affidandolo alle cure del Maestro. Alternando la greco-romana allo stile libero diviene subito protagonista. Vince il suo primo titolo assoluto non ancora ventenne nel 1950 a Pavia, replica l’anno dopo a Cagliari e nello stesso 1951 si afferma ai Giochi del Mediterraneo di Alessandria d’Egitto. Siamo intanto arrivati all’appuntamento olimpico di Helsinki 1952. La sua categoria è quella dei mosca, in cui l’Italia vanta il Campione Olimpico in carica Pietro Lombardi. Il Dt Tecnico della Nazionale Luigi Cardinale punta sul più giovane e schiera Lombardi fra i gallo. Chi in quegli anni segue lo sport con attenzione non può dimenticare la radiocronaca della finale olimpica, quando si affrontano per la medaglia d’oro l’azzurro ed il sovietico Boris Gurovetich. Si alternano al microfono della RAI Vittorio Veltroni e Roberto Bortoluzzi. Fanno vivere da lontano lo sviluppo di un dramma sportivo in cui Ignazio Fabra, in vantaggio, male interpreta un segnale dei suoi tecnici Cardinale e Quaglia, va all’attacco e provoca la reazione dell’avversario che lo pone in ponte e che guadagna quel punto che gli dona la vittoria.

Fabra è però ai vertici del mondo. Continua ad essere protagonista in Patria (a fine carriera 10 titoli tricolori, di cui 7 in greco-romana a 3 in libera gareggiando inizialmente per i Vigili del Fuoco Caramanna di Palermo ed a fine carriera per la Mediolanum Milano e’Italsider Genova. Nel 1955, ai Campionati Mondiali di Karlsruhe, batte sei avversari di fila di cui 5 per atterramento e compie un’impresa mai ripetuta dal suoi pur bravi successori in azzurro, quella di conquistare il titolo iridato.

Si presenta a Melbourne, nel 1956, come grande favorito. Giunge alla finale contro il russo Nikolai Solovyov in vantaggio di punteggio, ma lo tradisce una distorsione al ginocchio che non lo dissuade dal lanciarsi nella lotta ma che ne decreta l’impossibilità di affermarsi.

Per Ignazio Fabra altre due Olimpiadi (quinto a Roma 1960 e quarto a Tokio 1964); ancora due argenti ai Campionati Mondiali nel 1962 (a Toledo, in USA) e nel 1963 ad Helsingborg.

Vince nel 1969 a Belgrado l’”Olimpiade dei Silenziosi”, poi si dedica all’insegnamento, fra i suoi allievi c’è Giuseppe Bognanni, anche lui siciliano trapiantato a Genova e come lui medagliato olimpico.

Dalla moglie, Francesca Patuano, Fabra ha avuto i figli Giovanni e Ketty; che ora lo piangono insieme ai nipoti Matteo, Gabriel Elias e Ginevra. Lo ricorda tutto il mondo della lotta internazionale ed italiana.

 

2009

 

La scomparsa di  Manlio Marcioni
Giovedì mattina, 28 maggio 2009, se n’è andato il decano del «mondo dei sordi», il commendator Manlio Marcioni, 77 anni e tutta una vita dedicata agli impegni sociali e politici dell’ENS, e fu anche atleta e dirigente della Silenziosa, peraltro Socio fino all’ultimo momento.

Nato a Milano il 3 luglio 1931, terzogenito di famiglia operaia, ebbe un’infanzia non rosea: i suoi due fratellini morirono a pochi giorni dalla nascita, mentre Manlio, a pochi mesi, fu colpito da una strana malattia che gli causò la sordità.  Frequentò la scuola “Tarra” fino alla licenza di avviamento professionale (oggi equiparata alla scuola media di 1° grado) e poi si diplomò alla scuola serale di disegno e meccanica, mentre di giorno lavorava come meccanico in un’azienda e nel 1953, dopo aver conseguito con merito il diploma, fu assunto come tecnico disegnatore alla FACE Standard e nel 1958 all’AEM con la qualifica d’impiegato di concetto con mansioni superiori.

Nel 1958, quando il presidente provinciale ENS di allora, Francesco Rubino, fu eletto nel Consiglio nazionale dell’ENS, e per tale motivo dovette lasciare la presidenza provinciale, nessuno si sentiva all’altezza di subentrargli nella funzione di presidente e fu lo stesso Rubino, viste impraticabili altre strade, a proporre il 27enne Marcioni, che da poco era consigliere e segretario della Società Sportiva Silenziosa e si era già messo in luce per le sue capacità, alla funzione di «Reggente» alla presidenza, fino alle successive elezioni, che si svolsero nel 1960, e dove Marcioni fu eletto presidente, carica che conservò fino al 1974, quando essendo stato eletto nel Consiglio Direttivo Centrale, dovette lasciare la carica provinciale.  Nel settembre 1961 Manlio si sposò con Mariangela Vallini, figlia di sordi, dalla quale ebbe tre figli, Annalisa, Danilo (morto alla nascita) e Silvia.

Durante la sua presidenza provinciale, innumerevoli e notevoli furono le iniziative da lui prese, tra cui la fondazione della Famiglia Artistica Silenziosa, la promozione del Concorso di pittura per sordi a Cuvio (VA), l’istituzione del Gruppo di Fotoamatori, la convenzione con la prima Scuola Guida per sordi, la realizzazione (1960) della «Carovana della solidarietà», per portare aiuti (vestiario e generi alimentari) ai fratelli sordi della Valtellina, che allora erano isolati e in genere senza lavoro. Le iniziative realizzate da Manlio Marcioni durante i 16 anni in cui fu presidente provinciale a Milano, sono elencate una ad una sul sito www.storiadeisordi.it, In quel curricola sono elencate 74 importanti funzioni con ideatore o protagonista Manlio Marcioni, ma non tien conto di tante altre piccole cose che, nell’insieme, non sono da meno di quelle elencate.

Fu  Marcioni a creare, nel 1969, il «Bollettino», periodico d’informazione per  i soci ENS di Milano e provincia  che, come molte altre sue iniziative, ancora oggi sopravvive.

Dal 1974 al 2004 Marcioni è stato poi, ininterrottamente, membro del Consiglio Direttivo ENS e solo al Congresso di Paestum, appunto quell’anno, non aveva presentato la candidatura alla rielezione, conscio che l’età e i problemi di salute non poteva più sottovalutarli. Mantenne però la carica (solo temporaneamente e solo ufficiosamente non ricoperta per “incompatibilità” dal 2002 al 2004) di Presidente dell’Associazione Benefica Cardano, che ha conservato sino all’ultimo giorno della sua vita terrena, con l’intenzione di voler riformare e rendere vitale la prima Associazione di sordi che l’Italia abbia avuto.

Anche fino all’ultimo ha conservato la funzione di Presidente della «Fondazione Nazionale Francesco Rubino», una istituzione che lui, d’accordo con la famiglia Rubino, istituì nel 1981 per meglio sostenere le iniziative sportive della Federazione Sport Sordi Italia.

Ora, riposa in pace, Manlio!

 

2010

 

Celebrati gli 85 anni della Società Sportiva Silenziosa Milano

 

Da giovedì 6 a sabato 8 maggio 2010 la Società Sportiva Silenziosa ha organizzato, sui campi del Centro Sportivo Iseo, quartiere Affori, Il campionato italiano FSSI di calcio «Over 35», in concomitanza con l’anniversario di fondazione della Società sportiva milanese, risalente al 10 maggio 1925. Del torneo di calcio la cronaca la esporrà chi ha presenziato, io mi limito all’evento commemorativo tenutosi domenica  9 maggio, dalle 10 alle 12,30, allo Spazio Ridolfi della Sede ENS di Milano, in cui si sono si sono rinfocolati i momenti più rappresentativi di una storia che non deve cadere nell’oblìo.

Alla celebrazione sono intervenuti, oltre ai molti sordi che quella storia hanno collaborato a scriverla (… ma dagli anni successivi al mitico 1925: l’ultimo fondatore, Pina, se n’è andato anche lui anni fa), anche alcuni rappresentanti delle Istituzioni, fra i quali Pierangelo Santelli, del Comitato Paralimpico regionale, Virginio Castelnuovo e Francesco Bassani, di ENS provinciale e regionale, e Angela Cavallini dell’Associazione Benefica-Cardano, mentre altri rappresentanti di Istituzioni invitate hanno fatto pervenire attestazioni di partecipazione e di ammirazione per la più antica associazione sportiva d’Italia.

Dopo il discorso d’apertura tenuto dal Presidente del sodalizio sportivo, Pietro Matera, il compito di fare un riepilogo storiografico di quegli anni è toccato a me, che ho rievocato come la Società Sportiva Silenziosa di Milano, costituitasi il 10 maggio 1925 per iniziativa di un gruppo di sordi del tempo, guidati da Emidio Pacenza, è stata la prima società del genere creata in Italia, con lo scopo «… di diffondere l’educazione fisico-morale e i sani esercizi sportivi fra i sordomuti», da Statuto approvato nel corso della prima assemblea e ancora sostanzialmente immutato al tempo attuale. Mente sana in corpo sano era il detto antico che avevano adottato per lo sport silenzioso e inoltre le competizioni sportive mettono sullo stesso piano sordi e udenti, vince il più forte, il più preparato, non chi sente meglio e la competizione sportiva predispone alle competizioni della vita.

Nel corso di 85 anni, numerosi sordi milanesi si sono imposti anche nelle competizioni con gli udenti, fra i tanti il ciclista Cermesoni, il marciatore Kossler, i lottatori Fabra e Lucchese, i velocisti Mininno, Giannone, Torresani i tiratori Calissano ed Endrizzi, e tanti altri, compresi i calciatori, dei quali molti richiesti, come oggi, da squadre udenti.

Dopo il ripasso storiografico, cui si sono aggiunti numerosi memoriali personali di atleti del passato e del presente agonistico, e quello di Giovanni Rubino, figlio di Francesco, promotore dello Sport silenzioso e al quale è dedicata la «Fondazione F. Rubino» per sostenere moralmente ed economicamente lo Sport silenzioso, il presidente Matera ha conferito delle gradevoli targhe di ringraziamento, con lo stemma S.S.S., «per aver partecipato ai festeggiamenti dell’85° Anniversario di Fondazione (1925-2010)», a una quindicina di persone, e pure al giovane tecnico informatico Enrico Rossi, al quale si deve la creazione dell’innovativo logo sociale, proiettato nel futuro, verso il Centenario e ancora oltre.

La  mattinata si è chiusa con un buffet offerto dalla “Silenziosa” nel salone del Circolo ENS, mentre su una parete erano proiettate le immagini significative della illustre storiografia.