Caravaggio sarà spiegato con i “segni” ai non udenti

NAPOLI. Fu protetto e amato da principi e nobili, ma fu anche il pittore degli ultimi. Che sono raffigurati in un enorme quadro dove non si articola un racconto, ma un romanzo intero: quello delle “Opere di misericordia”. Quattordici personaggi che un autore ce l’hanno eccome, e si chiama Caravaggio. Il Pio Monte della Misericordia, ente di beneficenza con 400 anni di anzianità, a pochi anni dalla sua fondazione chiamò la star della pittura, Michelangelo Merisi, perché gli creasse il “logo”, si sarebbe detto oggi. Una riunione presa da un gruppo di nobiluomini intorno a un tavolo che ancora possiamo vedere in via Tribunali, ha dato a Napoli un capolavoro amatissimo dalla critica (Longhi, Bologna, Gregori, Pacelli) ma poco conosciuto in Italia. Per promuovere la sua conoscenza, il Pio Monte ha voluto partire proprio da chi di solito viene escluso dai musei, perché non ha accesso ai metodi di diffusione delle informazioni tradizionali, in quanto diversamente abile. Caravaggio a suo modo fu un escluso: combattè la sua breve vita per avere una vita “non ai margini”. Rappresentare come ultimi i suoi personaggi, ritraendoli dalle strade dove prendeva ispirazione fu la sua caratteristica. Il Pio Monte non scelse a caso il suo autore. “Caravaggio In-Segni” è un progetto di turismo accessibile rivolto ai non udenti: potranno accedere alle opere grazie a 5 video caricati su un tablet e sarà attivato anche un servizio di visite guidate personalizzate, con guida e interprete Lis (Linguaggio italiano dei segni, quello che si vede accompagnare la lettura delle notizie in alcune edizioni del tg). Il tablet introdurrà la storia del sito del Pio Monte e della sua quadreria, e la seconda tappa sarà la visita alla chiesa che ospita l’opera commissionata per il suo altare maggiore, “Le sette opere di misericordia” di Caravaggio. Nella tappa successiva saranno illustrate le opere più importanti della quadreria. I visitatori troveranno note anche sul coretto e la chiesa e sul tavolo dei Governatori, in uso da oltre quattro secoli. «Il progetto — spiega il soprintendente del Pio Monte Alessandro Pasca di Magliano — nasce da un’idea dell’associazione Curiosity Tour e nostra ed è tesa all’integrazione tra sordi e udenti: la visita non esclude nessuno dei due, è bilingue».
«Napoli nel 2016 ha avuto il 49 per cento in più di turismo», dice l’assessore alla Cultura Nino Daniele, che con Maurizio Burale, responsabile eventi e visite guidate del Pio Monte, Annacarla Tredici, Germana Falibretti, presidente di Curiosity Tour e Stefania Russo, manager culturale e guida turistica abilitata della Regione, ha presentato l’iniziativa. «A ottobre l’ospitalità in città sappiamo già che farà il tutto esaurito — informa l’assessore — cosa che qualche anno fa era impensabile». I non udenti sono circa 100 mila in Italia, di cui 65 mila sordi gravi e per loro l’esclusione dalla fruizione dai beni culturali avviene quasi al cento per cento. In Campania questa è la prima iniziativa sul tema. Ma il Pio Monte aveva già tentato di venire incontro ai non vedenti, con un altorilievo in miniatura della tela di Caravaggio, opera di Giuseppe Corcione. La complicata e non sempre chiara articolazione delle storie (sono 7 per 14 personaggi), la donna che visita il padre in carcere e lo allatta per nutrirlo, il mantello offerto all’infreddolito, il cadavere di cui si vedono solo i piedi, illuminato e portato a sepoltura, l’uomo che beve e così via appare così “pulita” dal nero della notte dei dipinti caravaggeschi e quindi didascalicamente leggibile.

di Stella Cervasio

Fonte: La Repubblica del 04-10-2017