“Dentro il Silenzio”, il mediometraggio di Pino Sondelli presentato al «Giffoni Film Festival» ha come primo obiettivo la diffusione di un messaggio sociale.
La storia è quella di Alberto e Luisa, genitori di tre figli: due dei quali a quattro anni iniziano a soffrire di sordità profonda, i gemelli Giulio e Carlotta. «Dentro il Silenzio», il mediometraggio (48’) diretto da Pino Sondelli e presentato al «Giffoni Film Festival», è una pellicola che ha come primo obiettivo la diffusione di un messaggio sociale. A volerla è stato in primis Antonio Della Volpe, direttore dell’unità operativa di chirurgia protesica della sordità infantile dell’ospedale pediatrico Santobono-Pausilipon di Napoli: all’interno del quale sono state girate la maggior parte delle scene. Da tempo uno dei suoi desideri, in qualità di pioniere nella lotta alla sordità infantile, era quello di mettere a conoscenza la gente di un problema sempre più diffuso, per cui però oggi esistono tecniche che restituiscono ai piccoli pazienti la possibilità di una vita fuori dall’isolamento e con un adeguato supporto psicologico. Ma nulla sarebbe stato possibile se Aquila Film, società di produzione impegnata da tre decenni nella comunicazione in ambito medico-sanitario, non avesse deciso di sostenere la causa. Il film potrebbe essere distribuito nelle scuole a partire dal prossimo anno, al fine di insegnare ai docenti a riconoscere i sintomi della ipoacusia.

SU MILLE BAMBINI CHE NASCONO, UNO È SORDO. «Dentro il Silenzio» racconta la storia, vera, della famiglia di Luisa e Alberto Pascucci con i loro tre figli: Ilaria (nove anni) e i gemelli Giulio e Carlotta. Questi ultimi, nati con un udito normale, all’età di tre anni lo perdono. Inizia così il calvario della famiglia: tra visite, litigi e incomprensioni. Decisivo, sull’onda della spinta del nonno materno, si rivela l’incontro con una equipe di medici specialisti che indica la soluzione al problema: l’innesto di un impianto cocleare, grazie al quale la vita dei due gemellini migliora. Il lavoro, come spiegato dal produttore Lucio Allegretti, «è nato dal desiderio di abbattere i pregiudizi sui medici e sottolineare le eccellenze che in campo sanitario vanta la Campania. È qui che, già nel 2003, è stato introdotto lo screening uditivo universale dei nuovi nati: oggi garantito dai livelli essenziali di assistenza (Lea). Come spiega Della Volpe, «esiste un rapporto di uno a mille tra sordità e nuovi nati. Ciò vuol dire che in Campania, su sessantacinquemila bambini che nascono ogni anno, 65 sono sordi. Ma se si interviene immediatamente, con una protesi tradizionale o con la chirurgia dell’impianto cocleare (una sorta di orecchio bionico, ndr), il bambino è destinato nel tempo a diventare normoudente».

MA CURARE LA SORDITÀ È POSSIBILE. Il non volere, o il non essere capaci di affrontare il problema, misto al senso di impotenza che li accompagna, trascina Luisa e Alberto in un dramma familiare fatto di litigi, bugie e sensi di colpa. «Dentro il Silenzio» – patrocinato dal Santobono-Pausilipon, oltre che dall’assessorato comunale alla Cultura e al Turismo di Napoli e dall’Unicef Campania – fa capire come la sordità infantile non rappresenti un grave handicap soltanto per il bambino. Può in realtà divenire un terremoto per l’intera famiglia. «Molti dei litigi e delle conversazioni tra i protagonisti visti nel film sono nate dall’osservazione della realtà», racconta Sondelli, rimasto spesso attonito nel vedere il disagio dei bambini protagonisti della pellicola. Il lavoro da «missionario», spiega, è consistito «nel comprendere la sofferenza interiore, anche i conflitti che si scatenano tra due genitori che vengono improvvisamente catapultati in una realtà dura e difficile da accettare. Più che un regista, mi sono sentito un comunicatore. Ho voluto che il mio film veicolasse un messaggio sociale, la possibilità di curare la sordità e di ritrovare la serenità interiore».

Fabio Di Todaro

Fonte: Wise Society.com del 21-07-2017