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Il Burlo va a scuola per formare insegnanti con alunni con deficit uditivo
Il Burlo va a scuola per formare insegnanti con alunni con deficit uditivo
L’obiettivo è creare un’alleanza terapeutica tra famiglia, scuola e ospedale per elaborare strategie riabilitative e un inserimento efficace nel percorso scolastico di alunni che sentono grazie a impianti cocleari o apparecchi acustici. Quattro ore di formazione negli Istituti per migliorare la conoscenza delle soluzioni audiologiche ed elaborare un percorso di apprendimento efficace.
TRIESTE. Sentire e apprendere bene a scuola. Si può sintetizzare così il progetto, avviato nei mesi scorsi, e pronto ad essere riproposto e ampliato il prossimo anno scolastico, dall’Audiologia dell’Irccs Burlo Garofolo con il sostegno e la collaborazione di A.B.C. Associazione per i Bambini Chirurgici del Burlo Onlus. Il progetto denominato ‘ABCi sentiamo a scuola’, ha portato gli specialisti del Burlo nelle scuole del Triveneto, per aiutare gli insegnanti di bambini che utilizzano impianti cocleari e apparecchi acustici a gestire al meglio il percorso scolastico.
Il progetto.
Il progetto crea un percorso di formazione dedicato agli insegnanti direttamente nelle scuole di residenza: a spostarsi è la ‘task force’ del Burlo, composta da un medico audiologo, da un ingegnere del suono, dal logopedista, dallo psicologo e da un insegnante che sono esperti di problematiche, trattamento e riabilitazione audiologiche.
«Il progetto – spiega la dott.ssa Orzan, direttore della Struttura Complessa di Audiologia e Otorinolaringoiatria dell’Irccs Burlo Garofolo – è uno di quelli che permette di sostenere il bambino fuori dalle mura dell’ospedale, direttamente dove il deficit uditivo può creare maggiori danni, ovvero a scuola. Dal punto di vista clinico, grazie allo screening audiologico neonatale e all’evoluzione tecnologica, la capacità di diagnosticare e trattare i difetti uditivi diventa sempre più precoce ed efficace, e questo garantisce nella maggior parte dei casi un’ottima qualità di vita del piccolo. Tutto questo però non è sufficiente: è necessario che la scuola e gli insegnanti abbiano tutte le informazioni essenziali per gestire l’insegnamento a un bambino che sfrutta la tecnologia degli impianti cocleari o degli apparecchi acustici per ascoltare ed imparare. In questo modo si potranno evitare gli ostacoli all’apprendimento e l’alunno ipoacusico avrà tutti gli strumenti che gli permetteranno di progredire come gli altri bambini».
IL sostegno di ABC
La formazione degli insegnanti viene resa gratuitamente alle scuole interessate grazie al finanziamento al progetto garantito da ABC, sempre vicina alle esigenze e alle richieste dell’Istituto e delle famiglie. «A.B.C è sensibile al rapporto tra la famiglia e l’Istituto – spiega Giusy Battain, direttrice dell’associazione che ha avviato il progetto a fianco del Burlo – ABC si impegna da molti anni affinché vi sia un lavoro di squadra tra medici e genitori, perciò ha voluto investire in queste attività con determinazione, così da creare un ulteriore ponte tra le famiglie, la società e l’ospedale. L’obiettivo di promuovere progetti come questo è aprire nuove vie, che rispondano in modo sempre più concreto e puntale ai bisogni del bambino e della sua famiglia. Crediamo infatti che questo sia uno dei ruoli principali della nostra associazione».
La formazione.
In quattro ore il gruppo di professionisti propone delle conoscenze adeguate sull’ipoacusia e la sordità in età scolare e sul loro trattamento protesico. Si forniscono indicazioni per migliorare l’acustica di un’aula e si stimolano delle soluzione condivise con gli insegnanti per migliorare l’attività didattica e di insegnamento favorendo così l’inclusione dello studente con deficit uditivo. Obiettivo è creare un’alleanza terapeutica tra genitori, scuola e professionisti mettendo al centro i punti di debolezza ma soprattutto i punti di forza dello studente. L’incontro formativo pone l’attenzione su numerosi aspetti: da cose più semplici – quale il miglior posizionamento del bambino nella classe affinché riesca a ricevere al meglio tutte le informazioni – agli aspetti di funzionamento degli impianti utilizzati per far sentire, fino a temi più specifici come lo sviluppo del linguaggio dei bambini con un danno di ascolto e il metodo di studio più efficace. Si tratta di un intervento che avrà benefici non solo per il singolo studente ipoacusico ma anche per l’intera classe e l’insegnante stesso; inoltre indirettamente ne beneficeranno anche la famiglia e il lavoro dei medici e dei professionisti che si occupano di deficit uditivi.
«Quello che si crea – ha spiegato ancora Giusy Battain – è anche uno stretto legame tra i medici e gli insegnanti: un’alleanza preziosa e fondamentale affinché qualsiasi potenziale evoluzione del problema che affligge il bambino possa essere rapidamente percepito, condiviso e risolto. La comunicazione scuola-medici – conclude Battain che oltre ad essere direttrice di A.B.C. è anche insegnante – è un elemento strategico a vantaggio del bambino e della famiglia, che non sempre è facile instaurare, e che quando si concretizza può davvero incidere».
Gli obiettivi.
La prima parte del progetto ha visto – oltre alla costruzione della strategia e della rete di professionisti protagonisti della formazione – i primi dieci interventi in altrettante scuole del Triveneto, dove vi sono bambini in cura al Burlo che possono beneficiare di impianti cocleari o apparecchi acustici e dove il miglioramento dell’udito è stato immediato, tanto che il Burlo, sempre assieme ad A.B.C., punta per il prossimo anno scolastico ad espandere in altre parti dell’Italia l’iniziativa ampliando la collaborazione con le Direzioni scolastiche, coinvolgendo ancora più scuole e famiglie di bambini affetti da questa patologie.
«Questo progetto – ha commentato il direttore generale dell’Irccs Burlo Garofolo, Gianluigi Scannapieco – è semplicemente bellissimo e si deve alla volontà di A.B.C. che ringrazio e alla grande determinazione dei nostri medici, che mettono le proprie conoscenze a fattore comune, affinché la cura del bambino possa avere degli alleati in più a scuola. In generale questo progetto si inserisce negli obiettivi del Burlo, che sta lavorando per superare il ruolo di ospedale aprendosi al territorio e garantendo continuità al percorso di cura attraverso l’integrazione. Allargare questo progetto è quindi uno degli obiettivi del prossimo anno, affinché tutti i bambini con deficit uditivo che abbiamo in cura possano avere a disposizione una solida alleanza tra scuola, famiglia e ospedale».
Fonte: Diario di Trieste del 17-07-2017