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Francesco Pavani premiato a Parigi dalla Fondazione Medisite
Francesco Pavani premiato a Parigi dalla Fondazione Medisite
Il premio Neuroscience 2016 attribuito per le sue ricerche sulle persone portatrici di «impianti cocleari», neuroprotesi per il parziale recupero dell’udito.
TRENTO. Premio di ricerca francese per Francesco Pavani, direttore del programma di dottorato in «Cognitive and Brain Sciences» del Centro interdipartimentale Mente/Cervello (CIMeC) dell’Università di Trento.
Pavani, infatti, ha ricevuto il premio Neuroscience 2016 della Fondazione Medisite che, creata nel 2014 sotto l’egida della Fondation de France, intende sostenere i gruppi di studiosi impegnati nelle neuroscienze, nella ricerca di base come in quella clinica.
La cerimonia si è svolta nei giorni scorsi a Parigi nella Soirée Recherche Médicale della Fondation de France, al Collège de France.
Il premio è stato attribuito a Francesco Pavani insieme a Alessandro Farné (direttore di Ricerca presso il Centre de Recherche en Neuroscience de Lyon) per il loro lavoro scientifico sulla localizzazione della fonte sonora nelle persone portatrici di impianti cocleari, ovvero le neuroprotesi che consentono un recupero parziale dell’udito in coloro che soffrono di sordità profonda.
«Il nostro progetto – spiega Francesco Pavani – vuole sviluppare degli approcci innovativi per migliorare la percezione spaziale dei suoni nelle persone portatrici di impianti cocleari, ma anche in altre persone con deficit dell’udito, compresi coloro che soffrono di una perdita dell’udito legata all’invecchiamento.»
Il contributo scientifico specifico di Pavani riguarda le sue competenze sulla percezione uditiva e multisensoriale così come nel campo della sordità, della plasticità del cervello e degli impianti cocleari.
«L’obiettivo della nostra ricerca – sottolinea – è migliorare la capacità di mappatura dello spazio uditivo nelle persone con problemi d’udito, e mettere a punto delle strategie di riabilitazione per aiutare a percepire meglio la scena acustica. Stiamo anche lavorando ad un dispositivo di facile usabilità che possa essere utilizzato per questi scopi in contesti clinici.»
Fonte: l’Adigetto.it del 11-02-2017