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Scuola Barozzi di Milano: aiutiamo 23 bambini sordi e ciechi, ogni anno si scatena il solito inferno
Aiutiamo 23 bambini sordi e ciechi: ogni anno si scatena il solito inferno
MILANO. da nove anni la scuola Barozzi di via Bocconi (dalla materna alla media) promuove un progetto di apprendimento della Lis, la lingua italiana dei segni, che viene insegnata a tutti gli alunni nelle classi in cui sono inseriti studenti non udenti. Per favorirne l’inclusione. Un progetto unico in Lombardia che si appoggia sulle assistenti alla comunicazione stipendiate con le risorse della Città Metropolitana. «In tutto sono 14 a garantire l’assistenza sensoriale a 20 bimbi non udenti più 3 non vedenti», spiega la dirigente Elvira Ferrandino, ieri a Palazzo Isimbardi con due mamme, che a un certo punto hanno suggerito ai consiglieri della Città Metropolitana: «Se sul lavoro qualcosa non funziona. Io vado dal capo. Chi è il capo di Maroni?». Ma per la preside, intervenuta anche lei, la situazione è terribilmente seria. Cosa succede? «Negli ultimi due anni, il solito inferno. E le famiglie giustamente si preoccupano». Si spieghi meglio. «Devo sospendere i contratti con le assistenti perché non ci sono più fondi. E dare risposte alle famiglie per il 9 gennaio, quando ripartiranno le lezioni. È ora di muoversi, fare qualcosa. La partita riguarda tutte le scuole». Quando è cominciato questo nuovo “inferno”? «Già a settembre. I bambini non hanno avuto le assistenti. Non si sapeva nulla. Solo a ottobre sono arrivate le risorse. Ora si ripresenta il problema. Spero non tocchi ai genitori anticipare la spesa». Qual è il costo del progetto? «Settemila euro ad alunno per l’intero anno scolastico». E i tre alunni non vedenti? «Il problema c’è anche per loro, ma le modalità sono diverse: la Città Metropolitana dà i soldi alle famiglie che scelgono le assistenti alla comunicazione. In scadenza il 31 dicembre». Non c’è comunque l’insegnante di sostegno? «Sì ma gli alunni sordi hanno bisogno dell’interprete, l’assistente alla comunicazione, perché come prima lingua parlano quella italiana dei segni. Se nessuno traduce, non sanno leggere il labiale». Scadendo i contratti, perderà le assistenti? «Una se ne è già andata. Se trovano un contratto più sicuro… Io sto facendo il possibile per mantenere la continuità didattica». La situazione è peggiorata? «Da quando hanno introdotto la Città Metropolitana, senza risorse, è iniziato un giochino di rimpallo delle responsabilità. La Provincia almeno aveva una sua autonomia finanziaria». (Lu.Sa.)
Fonte: Il Giorno del 31-12-2016