Today del 03/06/2023

L’Italia offre, ai sordi segnanti e ancor di più ai sordociechi segnanti, pochi servizi che riguardano l’interpretariato per i non udenti. Nessuna legge impone all’assistente personale e all’assistente all’autonomia e alla comunicazione di conoscere la lingua dei segni

Il diritto a ricevere e trasmettere informazioni trova tutela nell’articolo 21 della Convenzione Onu per i diritti delle persone con disabilità: Gli Stati aderenti devono garantire alle persone con disabilità in forme accessibili e mediante le tecnologie appropriate ai differenti tipi di disabilità, tempestivamente e senza costi aggiuntivi, le informazioni destinate al grande pubblico. Anche i servizi online forniti dagli enti privati dovrebbero essere accessibili e utilizzabili dalle persone con disabilità.

Il diritto alla comunicazione e all’accesso all’informazione in Italia: gli ausili
La Sanità pubblica fornisce, a beneficio dei cittadini che ne siano necessitati, contributi per l’acquisto di determinati ausili: come ad esempio quelli per la comunicazione e l’accesso all’informazione, tipo i display braille, le protesi acustiche, l’impianto cocleare, i dispositivi telefonici per sordi, gli smartphone per non vedenti, dotati anche di piccolo display braille collegato tramite Bluetooth per i sordociechi, i puntatori per persone con grave disabilità motoria eccetera.
L’autorità garante per le comunicazioni (Agcom) dispone che le compagnie, nell’esercizio delle proprie libertà di mercato, stabiliscano una serie di agevolazioni per i ciechi, anche parziali e i sordi che utilizzano dispositivi telefonici, da rete fissa o mobile, per la comunicazione e l’accesso all’informazione.
Per quanto riguarda i servizi editoriali, invece, esistono siti e app che consentono alla persona con cecità di accedere in scioltezza e non su base di eguaglianza con gli altri lettori, ma con il vantaggio della gratuità o dietro pagamento di un abbonamento, alla quasi totalità della letteratura disponibile sul mercato editoriale italiano.
Per approfondire e conoscere tutti gli ausili clicca qui.

I servizi di interpretariato per la lingua dei segni
L’Italia offre, ai sordi segnanti e ancor di più ai sordociechi segnanti, pochi servizi. Tutto ruota fondamentalmente attorno ai servizi di aiuto alla persona previsti dall’articolo 9 della legge 104/92, che riguardano anche l’interpretariato per i non udenti. Nei tribunali italiani è presente un interprete, alcuni Comuni mettono a disposizione ore di interpretariato dedicate ai suoi cittadini sordi.
Nelle scuole è presente un assistente all’autonomia e alla comunicazione che supporta il bambino sordo e sordocieco in questa  fondamentale esigenza dell’essere umano. Nessuna legge però impone all’assistente personale e all’assistente all’autonomia e alla comunicazione di conoscere la lingua dei segni, e benché essa sia stata riconosciuta, manca ancora la norma attuativa che disciplini in maniera rigida i requisiti che consentano ad un interprete di lingua dei segni di definirsi tale, come esistono per gli interpreti di altre lingue, nonostante la diffusione sempre maggiore di una cultura inclusiva, e nonostante che, dopo lunghe battaglie, la lingua italiana dei segni – e la lingua italiana dei segni tattile – siano state riconosciute già nel 2021. Un riconoscimento certamente di portata storica, ma che, nei fatti, è ancora incompiuto.

Le lingue dei segni
Le lingue dei segni sono lingue che veicolano i propri significati attraverso un sistema codificato di segni delle mani, espressioni del viso e movimenti del corpo. Sono utilizzate dalle comunità dei segnanti a cui appartengono in maggioranza persone sorde. È una forma di comunicazione che contiene aspetti verbali (i segni) e aspetti non verbali (le espressioni sovrasegmentali di intonazione per esempio). La comunicazione avviene producendo dei gesti che sono dei precisi segni compiuti con una o entrambe le mani e hanno un significato specifico, codificato e assodato, come avviene per le parole. Ad ognuno di essi è assegnato un significato, o più significati. Le lingue dei segni sfruttano il canale visivo-gestuale, perciò il messaggio viene espresso con il corpo e percepito con la vista. In Italia Le lingue dei segni sono afferenti alle comunità dei sordi sparse su tutto il mondo, a diverse nazioni corrispondono diversi sistemi di segni, e quindi una diversa lingua. in Italia, la lingua dei segni italiana viene indicata con l’acronimo “LIS”. La lingua dei segni italiana è una vera lingua dal punto di vista sociologico, in quanto espressione di una comunità: la comunità dei sordi italiani. È anche una vera lingua con una sua struttura e sintassi: questa è spesso differente dall’italiano ma può avere incredibili similitudini con altre lingue orali. I verbi ad esempio non si coniugano in base al tempo, ma devono concordare sia con il soggetto (come in italiano) sia con l’oggetto dell’azione. Esistono forme pronominali numeriche per indicare “noi due, voi due” e addirittura “noi cinque, voi quattro, loro tre”. La concordanza di verbi, aggettivi e nomi non è basata sul genere (maschile e femminile come in italiano) ma sulla posizione nello spazio in cui il segno viene realizzato. Esistono poi diverse forme per il plurale “normale” e il plurale distributivo, distinzione sconosciute alle lingue europee, ma note in lingue oceaniche. Infine, il tono della voce è sostituito dall’espressione del viso.

Il bonus Per le spese per i servizi di interpretariato sostenute dai sordi (riconosciuti tali in base alla legge n. 381 del 26 maggio 1970) è prevista la detrazione Irpef del 19 per cento sull’intero costo sostenuto, purché si possiedano le certificazioni fiscali rilasciate dai fornitori dei servizi di interpretariato. L’agevolazione riguarda le persone con disabilità sensoriali dell’udito, affetti da sordità congenita o acquisita durante l’età evolutiva che abbia compromesso il normale apprendimento del linguaggio parlato. La detrazione non spetta per i servizi resi ai soggetti affetti da sordità di natura esclusivamente psichica o dipendente da causa di guerra, di lavoro o di servizio. Per fruire della detrazione è importante conservare tutte le certificazioni e i documenti di spesa, in quanto potrebbero essere richiesti dagli uffici dell’Agenzia delle entrate.
La detrazione può essere usufruita anche dal familiare della persona con disabilità, a condizione che quest’ultimo sia fiscalmente a suo carico e compete per l’intero importo, a prescindere dall’ammontare del reddito complessivo.

di Antonina Vetrano