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Unite dalla lingua dei segni due giovani amiche diventano alfieri della Repubblica
La Repubblica del 06/02/2023
Premiate dal presidente Mattarella. Sokona arriva dal Mali ed è sorda da quando aveva 4 anni, Anna Assunta è la sua compagna di banco e per comunicare ha imparato la LIS
ALMESE (TO). La prima parola che Anna Assunta Lombardi, 13 anni, ha imparato in LIS è il suo nome-segno. È un gesto unico e speciale, ognuno ne ha uno nella loro classe, la 3 D della scuola media Defendente Ferrari di Avigliana, nel Torinese. Li hanno scelti quando, in prima media, è arrivata la nuova compagna, Sokona Souare, 15 anni del Mali, sorda da quando aveva 4 anni per una meningite non curata.
Per mostrare il suo nome-segno Anna Assunta si porta la mano ai capelli, come per farsi la coda “quando ci siamo conosciute li legavo sempre”. Per Sokona, invece, la mano va vicino alla bocca “perché lei è sempre sorridente”.
L’amicizia tra Anna Assunta e Sokona, arrivata in Italia a 9 anni dopo un difficile viaggio attraverso la Libia, è nata sui banchi di scuola. Oggi è un legame per la vita e un esempio con la nomina da parte del presidente Mattarella, per entrambe, ad Alfieri della Repubblica come testimonianza di solidarietà per “la loro bellissima storia dimostra come l’amicizia possa abbattere tante barriere”. Anna Assunta è stato nominata per aver imparato rapidamente la lingua dei segni tanto da “aver favorito l’integrazione della compagna”. Sokona è stata nominata “per il coraggio e la determinazione con cui affronta la sua disabilità. Per la voglia di comunicare che riesce a trasmettere, e l’amicizia che è riuscita a costruire”.
Il loro legame è stato costruita a piccoli passi. “I primi giorni usavo il labiale – racconta Anna Assunta – o mi facevo dire dall’educatrice come chiedere cose semplici, tipo “come stai”, poi a casa ripassavo per dimostrare a Sokona che non dimenticavo”. Da lì non hanno mai smesso. In classe le hanno anche spostate di banco “perché segnavamo troppo”, sorridono. Fuori dalla scuola, per fortuna c’è la tecnologia, videochiamate, messaggi e video invece di vocali. Hanno così superato la distanza dei lockdown: “Era difficile quando l’insegnante di sostegno non c’era, la mascherina trasparente si appannava”.
Ancora oggi, continua Sokona, ci sono situazioni complicate “per esempio in mensa, lì parlano e mi sento esclusa”. Non quando c’è Anna Assunta, lei fa da interprete. “Non ha pregiudizi, è la cosa più importante”. Il prossimo anno, insieme, andranno al liceo artistico. Entrambe amano le arti figurative, la prima mostra è stata quella di Sokona in piazza. Lo ricorda Anna Assunta: “Sul disegno mi dà sempre consigli. Sarebbe bellissimo se tanti riuscissero ad aiutarsi come noi. Cercare di capire cosa fa sentire l’altro a proprio agio e provare a farlo. È semplice”.
di Cristina Palazzo