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LA DOTT.SSA GIULIA GALBIATI HA DISCUSSO UNA TESI SULLA FIGURA DI DON GIULIO TARRA
LA DOTT.SSA GIULIA GALBIATI HA DISCUSSO UNA TESI SULLA FIGURA DI DON GIULIO TARRA
La dott.ssa Giulia Galbiati ha recentemente discusso presso l’Università degli Studi di Milano una tesi di laurea sulla figura di Don Giulio Tarra dal titolo “La lingua di un educatore della seconda metà dell’Ottocento: Giulio Tarra (1832-1889), direttore dell’Istituto dei Sordomuti di Milano”.
Pubblichiamo di seguito un breve artico dell’autrice:
“In pochi momenti della storia d’Italia lingua ed educazione hanno avuto un peso coordinato e importante come nel secondo Ottocento, all’indomani dell’Unità. Moltissime furono le personalità della cultura che si dedicarono con interesse e senso del dovere alla questione, a un tempo civica e morale, di quale lingua doveva essere utilizzata da un Popolo che a quasi tutti i livelli parlava ancora prevalentemente il dialetto.
Fra queste personalità il Tarra agisce in modo silenzioso, senza partecipare al dibattito pubblico, ma attraverso i racconti e i libri di lettura, nelle prefazioni come nelle indicazioni didattiche, offrendo una precisa proposta linguistica e didattica.
Se nelle numerose raccolte di racconti la proposta del Tarra si fa ‘interna’ alla narrazione, le Letture graduate al fanciullo italiano (volume, a propria volta tripartito, che ebbe all’epoca un discreto successo nell’ambito delle pubblicazioni scolastiche) e i Dialoghi famigliari e scenici offrono, attraverso la struttura stessa del testo e la destinazione scolastica, interessanti note di metodo didattico volte a favorire in modo il più possibile spontaneo il naturale procedere intellettuale, morale e linguistico del fanciullo.
La riflessione del Tarra confluisce perciò nella proposta di una lingua spontanea e naturale, che accentui la motivazione comunicativa e la funzione espressiva del linguaggio, che sia il più possibile condivisa (attraverso cioè l’eliminazione dei particolarismi dialettali), e che sia soprattutto viva, perché, in primo luogo, parlata.
A partire da questa proposta in fatto di lingua è evidente il legame con l’attività maggiore del Tarra, quella a favore dei sordomuti poveri, che il nostro educatore si proponeva di emancipare dall’isolamento comunicativo al quale erano sottoposti.
Il progetto del Tarra si rivela così unitario nel suo intento fondamentale, quello cioè che ha come obiettivo il superamento degli ostacoli all’apprendimento della lingua, che interessa allo stesso tempo il sordomuto senza mezzi e il giovanissimo italiano di fine Ottocento che, forse per la prima volta, veniva reso protagonista della crescita di una Nazione”.
Dott.ssa Giulia Galbiati