TecnoAndroid del 22/12/2022

In Nicaragua alcuni bambini sordi hanno creato un vero e proprio linguaggio dei segni, completamente distaccato dall’originale.

Con la caduta di Anastasio Somoza Debayle, avvenuta nel 1979 in seguito alla cosiddetta rivoluzione sandinista, il Nicaragua ha iniziato a vivere ed evolversi, puntando fortissimo sull’alfabetizzazione della popolazione. Liberata dal giogo del dittatore, il nuovo Governo ha iniziato a costruire apposite scuole dove insegnare la lettura dello spagnolo, tra cui troviamo un istituto, sito a Managua (la capitale dello stato), pensato per l’insegnamento ai bambini sordi.
I giovani allievi si ritrovarono in un ambiente completamente nuovo, con l’obiettivo di imparare a comunicare, partendo dalla conoscenza che nessuno di loro era mai entrato in contatto con la cosiddetta lingua dei segni. L’unica comunicazione con i membri della propria famiglia si limitava appunto ad una serie di segni esplicativi, che permettessero di comprendere appieno le necessità del soggetto, ma nulla di più.

Bambini sordi, l’evento del Nicaragua
In poco tempo, con la spinta dei bambini più piccoli, i giovani iniziarono a sviluppare a tutti gli effetti un metodo di comunicazione mai visto, unico nel loro genere, non supportato da alcuna regola grammaticale o di sintassi. E’ bene ricordare, infatti, che i suddetti bambini erano completamente orfani di alcuno studio, ma sono proprio i più piccoli ad essere maggiormente propensi alla creazione di un linguaggio a sè stante.
Lo stesso Shepard-Kegl, il co-direttore di NSL, il progetto che si è occupato di studiare in maniera approfondita il fenomeno del Nicaragua, sostiene che “invecchiando gli istinti di linguaggio diminuiscono notevolmente, per questo motivo sono stati i bambini a creare la grammatica, mentre i più grandi l’hanno solo copiata, mettendola in pratica”.
Un fenomeno che sicuramente ha fatto discutere e che richiederà ancora anni di studio per comprenderlo appieno.

di Denis Dosi