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«Sogno la lingua dei segni a scuola»
Il Giorno del 08/07/2022
RHO. «Sarebbe bello se ci fosse una legge che potesse aiutare gli studenti sordi di tutta Italia e sarebbe importante che gli insegnanti imparassero almeno le basi della LIS». È l’auspicio di Immacolata Vanacore, 20 anni di Arese, “sorda pura” come si definisce lei, neodiplomata con la votazione di 92/100 all’istituto Olivetti di Rho, indirizzo servizi sociosanitari. Il sogno di Imma (così la chiamano tutti) invece è quello di «aprire un’attività integrata dove accogliere bimbi sordi e udenti di tutte le nazionalità per garantire loro fin di primi mesi di vita un ambiente ricco di proposte ed esperienze inclusive. Un luogo dove parole e segni siano una forma di espressione naturale e condivisa da maestre e alunni». La studentessa ricorda cinque anni di studio «difficili, perché ogni anno cambiavo insegnante di sostegno, poi ci sono stati tantissimi mesi in Dad in cui è stato ancora più faticoso e poi anche quando siamo tornati in aula con le mascherine non è stato facile comprendere compagni e professori», considerato che era impossibile in quelle condizioni leggere il “labiale”. Imma nei giorni scorsi ha affrontato la prova d’italiano, il tema d’igiene e l’esame orale presentando alla commissione il suo percorso trasversale. Durante il colloquio i segni di Imma e le sue flebili parole sono stati tradotti da Francesca Varagnolo, assistente alla comunicazione (della cooperativa Eloiseloro), con la collaborazione di Marina Vitali e Delia Bovio, insegnanti di sostegno. L’esame orale sulle materie d’indirizzo ha trasportato i professori in un mondo accessibile a tutti dove la parte visiva, con qualche suggerimento vocale, è diventata quella principale per comprendere l’esperienza della studentessa, unica sorda in una classe di udenti. «Imma è una studentessa molto intelligente e determinata, in questi ultimi mesi con lei ho lavorato molto sulla preparazione scolastica ma soprattutto sulla consapevolezza della responsabilità sociale – racconta l’assistente alla comunicazione Francesca Varagnolo -. Affrontando l’esame di maturità ha dato prova di quello che può fare e quindi l’ho spronata perché condividesse con la commissione d’esame la sua riflessione sul mondo dei sordi e su quello che si dovrebbe fare. Il racconto della sua esperienza di alternanza scuola-lavoro in un asilo è stato un momento molto toccante». E il futuro? «Forse l’università, ma non ho ancora deciso», risponde Imma. Intanto si gode l’ottimo risultato e le vacanze, poi ci penserà. L’esperienza di Imma è motivo di orgoglio per la scuola superiore rhodense, «Il Puecher Olivetti crede nell’inclusione come pratica quotidiana e il percorso di Imma ne è una delle dimostrazioni più chiare – dichiara il preside Emanuele Contu -. Essere inclusivi per noi significa sapere che ogni nostro studente, ciascuno con le caratteristiche sue personali, ha qualcosa da insegnare a tutti coloro che condividono questo tratto di strada: per questo Imma è stato un dono grande per la nostra comunità e le siamo grati per quanto ha imparato con noi e per quanto ci ha insegnato».
di Roberta Rampini