Il manifesto di Udito Italia risponde alla crescita della disabilità uditiva
Altraeta del 20/04/2021

Per la prima volta tutto il comparto si unisce per chiedere alle istituzioni che ipoacusia e sordità siano riconosciute come bisogni sanitari primari.
«Il numero di persone che oggi vive con una perdita dell’udito è inaccettabile». A lanciare l’allarme è Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, in occasione della recente celebrazione del World Hearing Day, il 3 marzo scorso.
Un allarme che è solo l’ultimo in ordine di tempo, perché il tema della disabilità uditiva negli ultimi anni è balzato prepotentemente in avanti tra le priorità dell’agenda politica sanitaria mondiale. Un tema a lungo incredibilmente sottovalutato ma che oggi, cifre alla mano, è diventato una vera e propria emergenza che coinvolge 466 milioni di persone in tutto il mondo (il 5,5% della popolazione mondiale), destinate a diventare oltre 900 milioni nel 2050 se non verranno prese adeguate contromisure.

Dopo anni di campagne nelle piazze e di dialogo con le istituzioni, Udito Italia, raccogliendo un’esigenza non più rinviabile, si è fatta promotrice di un’iniziativa di portata storica: il manifesto “Una Nuova Alleanza per l’Udito”. Per la prima volta un documento ufficiale viene sottoscritto congiuntamente da tutte le componenti del comparto: cittadini, famiglie, associazioni, medici, società scientifiche, professionisti sanitari e aziende che hanno accolto l’invito ad unire le forze.
Il manifesto è stato già recepito dal ministero della Salute attraverso l’istituzione di un coordinamento tra Udito Italia e la direzione generale della prevenzione sanitaria che ha come obiettivo l’individuazione di azioni concrete per far sì che ipoacusia e sordità siano riconosciute come bisogni sanitari primari al pari di altre cronicità.

Punto di partenza e ispirazione del manifesto è la Risoluzione WHA 70.13 emanata nel 2017 dall’Assemblea Mondiale della Salute proprio per accendere i riflettori mondiali sulla necessità di contrastare il fenomeno crescente della disabilità uditiva.
«La Risoluzione ha rappresentato un vero e proprio spartiacque nella storia della lotta ai disturbi uditivi – spiega la presidente di Udito Italia, Valentina Faricelli – Ha messo in luce la mancanza di consapevolezza del problema e delle sue molteplici implicazioni nella vita delle persone. Oggi il lockdown dovuto alla pandemia ha definitivamente accelerato questa presa di coscienza. Il senso di isolamento unito alla difficoltà uditiva hanno spinto ai margini tante persone, soprattutto anziane, evidenziando finalmente l’importanza dell’udito. Per questo chiediamo tutti insieme di essere ascoltati dalle istituzioni che non possono più ignorare i bisogni degli ipoacusici».