Il piccolo Giacomo non è più sordo. Operato con successo

La Repubblica del 27/11/2020

TORINO. «Sente qualcosa anche se ci vorranno diverse tappe per farlo sentire bene, ma è un inizio». Samantha ancora non sa quanto la sua voce arrivi distintamente all’orecchio del suo bambino, Giacomo, otto mesi e mezzo, ma sa che, da ieri, lui è in grado di sentirla e lo sarà sempre di più. Il bambino sordo a cui l’emergenza covid aveva cancellato l’intervento chirurgico per impiantare un impianto cocleare in grado di restituirgli l’udito e una vita normale, è stato operato ieri dall’equipe dei medici del Martini, nelle sale operatorie dell’ospedale Regina Margherita.
L’operazione è stata possibile grazie a un accordo firmato dalla Città della Salute e dall’Asl Città di Torino dopo che il Martini è diventato covid- hospital ed è stato costretto a chiudere le sale operatorie rimandando tutti gli interventi non urgenti. Quello di Giacomo, però, non è mai stato un intervento non urgente, anzi. « Ogni giorno senza udito per la sua crescita è un giorno perso » , ha sempre sostenuto la mamma che si è battuta per cercare una soluzione. «Ora è tutto nuovo, non so esattamente quale sarà il percorso che affronteremo adesso – dice Samantha – Ma quel che conta è che da oggi il mio bimbo può sentire».
I medici avevano diagnosticato la bambino una sordità profonda a due mesi. Fino a oggi il piccolo non era in grado di sentire nemmeno i rumori più forti.
Da subito i medici di Savigliano lo avevano indirizzato alle cure del Centro Ciao del Martini specializzato nei problemi audiologici nei bambini. L’accordo stipulato con il Regina Margherita ha scritto il lieto fine della storia di Giacomo ma presto lo farà anche per altri 25 bambini che aspettano lo stesso tipo di intervento. Saranno tutti operati entro l’inizio del 2021, il calendario degli interventi è già pronto e le famiglie in attesa hanno una data su cui poter fare affidamento. I medici hanno dovuto incastrare gli impegni dei due ospedali e delle equipe operatorie per dare una speranza a tutti i piccoli pazienti in attesa.
Giacomo sarà dimesso al termine del decorso post- operatorio. «Speriamo che sia presto, ma adesso non abbiamo più fretta » , dice la mamma. Il suo timore principale e il motivo per cui ha combattuto settimane per trovare il modo di operare il figlio era che l’intervento arrivasse troppo tardi. « Mi avevano spiegato che dopo una certa età i danni nello sviluppo, causati dalla mancanza di udito, non sarebbero più stati recuperabili. Adesso invece il mio bimbo potrà crescere come tutti gli altri».

di Carlotta Rocci

Fonte: La Repubblica del 27/11/2020