Agenzia ANSA del 19.06.2020

La petizione: “Permettiamo alle persone con disabilità di vivere gli eventi”

Su Change.org l’iniziativa dell’associazione “Genitori tosti in tutti i posti”.

Una petizione per chiedere che si organizzi un tavolo di lavoro cui siedano rappresentanti di Istituzioni, professionisti della progettazione, operatori del campo dello spettacolo, artisti ed esponenti delle associazioni che si occupano di accessibilità per mettere a punto un protocollo, applicabile a tutte le situazioni, che eviti la discriminazione delle persone con disabilità come fruitori di uno spettacolo dal vivo, sia in che out door. E’ questa l’iniziativa lanciata sulla piattaforma “Change.org” da “Genitori Tosti In Tutti I Posti Onlus”, un sodalizio nato nel settembre 2008, di mamme e papà con figli con disabilità. ‘Genitori tosti’ è poi diventata un’associazione iscritta all’anagrafe unica delle ONLUS, dal marzo 2011.

“In Italia – scrivono nella petizione – i luoghi dove si svolgono i concerti o gli eventi dal vivo, anche all’aperto, non sono accessibili. Non lo sono perché nel team che organizza e predispone l’evento non c’è nessuno competente sulla disabilità e sull’accessibilità. Nel nostro Paese, inoltre, non sono applicate né le leggi principali né le buone prassi relative all’inclusione delle persone con disabilità nella vita di tutti i giorni. E nell’ambito dell’intrattenimento/tempo libero, le cose peggiorano decisamente. L’utente con disabilità non trova quasi mai l’accessibilità ai concerti, deve seguire macchinose e lunghe tempistiche per ottenere un biglietto e quando si trova al giorno stesso dell’evento, scopre che non esiste niente di quello che dovrebbe essere allestito (parcheggio, accessibilità, pedana sopraelevata e in una posizione ottimale per vedere il palco e gli artisti, audio-descrizione o video descrizione, interpretariato LIS, servizi igienici accessibili, etc) e si deve “accontentare”. Così come è successo a Valentina Tomirotti all’Arena di Verona, fatta accomodare in un posto normodotato in platea e, quando tutti si sono alzati in piedi, lei non ha visto più nulla – come succede a tutte le persone sulla sedia a rotelle che vanno in Arena a vedere un concerto”.

di Martino Iannone (martino.iannone@ansa.it)