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Coronavirus, preside del “Magarotto” di Roma: gli alunni sordi non possono usare la mascherina
Redattore Sociale del 22.04.2020
Coronavirus, preside del “Magarotto” di Roma: gli alunni sordi non possono usare la mascherina
Per la dirigente scolastica dell’istituto per sordi le difficoltà aumentano, oltre alla normale gestione degli studenti deve preoccuparsi di trovare soluzioni per i circa 50 studenti che risiedono nel convitto della scuola e per gli alunni non udenti.
ROMA. In attesa che arrivi un decreto a chiarire come dovranno essere riorganizzate le scuole in vista della riapertura di settembre, c’è chi inizia già a pensare ad ipotetiche soluzioni per i propri alunni. Per la dirigente scolastica dell’istituto per sordi “Magarotto” difficoltà aumentano. Oltre alla normale gestione degli studenti, infatti, la preside Isabella Pinto deve preoccuparsi anche di trovare soluzioni per i circa 50 studenti che risiedono nel convitto della scuola e per gli alunni non udenti, ai quali è impossibile richiedere l’uso della mascherina.
“Spero che al più presto si riesca a brevettare una mascherina che non si appanni quando si parla. Per quanto ci stiamo sforzando di comprendere le loro necessità, per loro non è facile- ha spiegato la dirigente- Intanto abbiamo sviluppato un decalogo rivolto ai docenti, proprio su indicazione degli alunni, per fa sì che i ragazzi capiscano bene le video lezioni. Gli assistenti alla comunicazione sono sempre presenti e facilitano la comprensione agli studenti, ma per i sordi la situazione è penalizzante”.
Immaginare la riapertura delle attività scolastiche, quindi, impone diversi interrogativi alle scuole italiane. I dirigenti sono alle prese con la sanificazione dei locali e l’introduzione di igienizzanti nei corridoi delle scuole, ma a questo bisognerà accompagnare un costante lavaggio delle mani e il distanziamento sociale, la misura più difficile da attuare. “Ci stiamo prefigurando diversi scenari a seconda della fascia d’età. Per i piccoli della scuola dell’infanzia e della primaria stiamo pensando di svolgere le lezioni all’aperto, nel nostro giardino- commenta Isabella Pinto- ma sempre facendo un orario ridotto e continuando con la didattica a distanza, così potremo lavorare a turni. Certo, anche nel loro caso non so quanto sia possibile usare la mascherina. Quando di solito li vado a salutare mi vengono tutti in braccio, e chiaramente questo non si potrà più fare”.
Per i ragazzi della scuola secondaria, invece, la preside immagina una divisione delle classi per gruppi di 7-8 studenti che potrebbero ruotare sfruttando le aule più grandi. Chi risiede nel convitto, invece, avrà a disposizione stanze con due posti letto al massimo, che verranno pulite e igienizzate con frequenza. “Non sarà semplice, e spero in un organico straordinario che possa aiutarci- aggiunge la dirigente- intanto stiamo facendo corsi di aggiornamento per utilizzare al meglio i nuovi strumenti didattici. È una vera e propria rivoluzione copernicana”. (DIRE)