Redattore Sociale del 07.04.2020

Coronavirus, l’idea di Ashley: mascherine trasparenti per aiutare i sordi

Mascherine facciali con una parte in plastica trasparente davanti alla bocca per permettere di leggere il labiale e interpretare le espressioni facciali di chi parla in LIS. È il progetto di Ashley Lawrence, studentessa americana che le realizza in casa e le spedisce gratis a chi ne fa richiesta Ashley Lawrence e sua mamma mamma indossano le mascherine con l’inserto trasparente
L’ha chiamato DHH Project, deaf and hard of hearing project, ovvero progetto per sordi e ipoudenti. Si tratta di mascherine facciali – tra i temi più discussi in queste ultime settimane – pensate e realizzate per le persone con problemi d’udito: in pratica hanno un parte in plastica trasparente proprio davanti alla bocca, in modo che sia possibile leggere il labiale. L’idea è venuta ad Ashley Lawrence, studentessa ventunenne che alla Eastern Kentucky University studia per diventare assistente alla comunicazione delle persone sorde.
Tutto è cominciato pochi giorni fa, quando ha pubblicato una foto sul suo profilo Facebook di lei e la mamma con queste particolari mascherine, realizzate in casa. L’immagine ha sollevato così tanto interesse da convincere la ragazza a lanciare una raccolta fondi sulla piattaforma Go Found Me per finanziare una piccola produzione di mascherine riutilizzabili e donarle a chi farà richiesta. In pochissime ore ha raggiunto il target (è arrivata a oltre 3 mila dollari) e chiuso la campagna, mettendosi al lavoro. “Con l’aumento dei casi di coronavirus, con la crisi sanitaria che ha colpito l’America, i dispositivi di protezione individuale sono sempre più difficili da reperire – ha scritto Lawrence lanciano la sfida -. Ho visto un sacco di amici e conoscenti impegnarsi per realizzare, per esempio, mascherine fai da te. Ma ho anche notato che un gruppo restava escluso da questa attività: erano i sordi e gli ipoudenti. Le persone che usano il labiale o la Lis per comunicare hanno bisogno di vedere le espressioni facciali, fondamentali per capire significati e intenzioni”. Come sottolinea, maschere di questo tipo già esistono, ma sono poco diffuse, ancora meno in tempi di emergenza sanitaria.
L’intenzione della studentessa è quella di fornire gratuitamente le mascherine a tutti coloro che ne faranno richiesta (la mail è dhhmaskproject@gmail.com). Sono già arrivate domande da tutto il mondo, Italia compresa: “I Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie ritengono non sia necessario, per ora, che anche le persone sane indossino una mascherina, ma quelle che realizziamo noi sono a disposizione di tutti”. Familiari, medici, farmacisti, colleghi di lavoro: “Per esempio, una persona contagiata potrebbe avere bisogno di consegnarla al proprio dottore per comunicare agevolmente”. I soldi raccolti ma non investiti direttamente nella produzione saranno donati a Hands & Voices, associazione non profit che da anni supporta i genitori e le famiglie di bambini sordi o ipoudenti.

di Ambra Notari