La Chiesa e i sordi italiani.

Comunicazione: suor Donatello (Cei), “includere le persone con disabilità rende la comunità generativa”
(da Assisi) “Includere le persone con disabilità salva da una comunità dove tutti sono perfetti e aiuta le nostre comunità ad essere comunità generative, e a far sì che non cadono vittima dei pregiudizi”. Ne è convinta suor Veronica Amata Donatello, responsabile della catechesi per le persone disabili dell’Ufficio catechistico nazionale della Cei, intervenuta alla terza e ultima giornata del Convegno #ComunitàConvergenti, che si conclude oggi (11 maggio, n.d.r.) ad Assisi.

“Il 15% delle persone delle nostre comunità sono disabili”, ha ricordato la religiosa, che l’anno scorsa è stata nominata Cavaliere della Repubblica Italiana dal presidente Mattarella: “Comunicare in modo inclusivo, come ci chiede Papa Francesco, significa mettere in atto dei processi, realizzare sinergie”. Come stanno facendo, grazie all’impulso dell’Ufficio Cei, molte diocesi e parrocchie sul nostro territorio, facendo tesoro di una tradizione di impegno che per la Conferenza episcopale italiana risale agli Anni Settanta e che oggi si aggiorna per mezzo delle risorse offerte dalle nuove tecnologie.

La direzione di marcia, ha spiegato suor Donatello, è quella di “far sentire sempre più parte della comunità cristiana le persone con disabilità, che ancora troppo spesso sono considerate oggetto, e non soggetto della pastorale”. “Abbiamo chiesto a loro di aiutarci a rimuovere le barriere digitali”, ha raccontato la religiosa: in questo modo il sito dell’Ufficio è diventato accessibile alle persone con disabilità e sono nate App come quella per la liturgia delle ore, che “ha permesso loro di potere pregare insieme con la propria comunità”. C’è poi Bibbia.edu, il progetto nato dalla collaborazione dell’Ufficio catechistico con il Servizio Informatico della Cei, il cui obiettivo è rendere disponibili i testi della Scrittura a tutti, anche alle persone con dislessia e alle persone cieche. Sempre più diffuso, inoltre, il ricorso alla Lingua dei segni: “Diverse diocesi e parrocchie – ha testimoniato suor Donatello – trasmettono le messe in diretta Facebook o con una sottotitolazione che non aiuta solo le persone sorde, ma anche i disabili non verbali, con mutismo selettivo e le persone straniere che non conoscono la nostra lingua”. Oltre alle omelie via web, cominciano a diffondersi anche le catechesi via skype, spesso tenute dagli stessi disabili e destinate alle persone che si trovano nella loro stessa condizione. Tutte iniziative, queste, ha concluso la religiosa, che “permettono alle persone disabili di riscoprirsi sempre più membri a pieno titolo della comunità cristiana, destinatari dell’annuncio del Vangelo che arriva per tutti e con tutti”.

Fonte: agensir.it