StartupItalia! del 25.04.2019

La storia di Lorenzo che con la sua tesi di laurea si batte perche’ la Lingua dei Segni sia riconosciuta

Il giovane, sordo dalla nascita, spiega quali sono le difficoltà che si devono superare e come la tecnologia può supportare le persone sorde.

Un mondo fatto di silenzio quello di chi è sordo, sospeso tra mille difficoltà sia nella quotidianità sia nel campo scolastico. Un muro che però si può abbattere con la consapevolezza da parte di tutti e il supporto della tecnologia e della Lingua dei Segni. Ne parla Lorenzo Nizzi Vassalle, 25 anni, il primo sordo laureato con 110 e lode all’Università di Pisa con la tesi ‘I sordi, l’audiovisivo e i nuovi media e ora impegnato a studiare alla Scuola Orafa Ambrosiana. La sua tesi è stata anche apprezzata dal ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti. Lorenzo attraverso la sua tesi si sta battendo affinché la Lingua dei Segni sia riconosciuta ufficialmente anche in Italia ed è stato il primo nell’università di Pisa a utilizzare un programma (già esistente in commercio ma in genere utilizzato in altri campi) che ‘sottotitola’ in diretta sul pc le parole dei professori.

Lorenzo, ci racconti la tua storia?
In tutta la famiglia, sono l’unico sordo. I miei genitori lo hanno scoperto all’età di sei mesi attraverso alcuni segnali che poi sono stati confermati con le analisi ospedaliere. Da lì è partito tutto il movimento per cercare di farmi parlare attraverso diversi metodi di studio e appoggi come logopedia e altre figure professionali e in questo modo ho imparato, attraverso gli occhi. In ambito universitario ho riscontrato tantissime difficoltà che ho superato. Nella mia tesi di laurea, ho deciso di parlare del mondo dei sordi, partendo dal passato fino a oggi per poi parlare degli strumenti tecnologici che ci supportano. Ho voluto dimostrare che gli sforzi dei nostri antenati non sono andati a perdersi; anzi, noi siamo il risultato delle loro lotte. L’obiettivo finale era quello di integrare completamente sia sordi che udenti durante la discussione: poiché io parlavo, ho voluto che ci fosse un’interprete che traducesse in simultanea con la LIS per il pubblico sordo che non sarebbe riuscito a leggermi il labiale.

Quali sono le difficoltà principali che un sordo può incontrare nella quotidianità?
Le difficoltà principali che noi incontriamo nella quotidianità sono costanti, da quando ci svegliamo; ovviamente tutto è soggettivo e dipende dallo stile di vita di ciascun sordo e dal tipo di sordità di ciascuno. Già in casa troviamo alcuni svantaggi. Per esempio, il campanello: se la casa non è attrezzata, spesso c’è quello sonoro. Adesso possiamo mettere quello luminoso oppure i lampadari che si accendono a intermittenza. Attualmente ci appoggiamo tanto ai segnali luminosi, usiamo molto la vista per sentire. Quando siamo fuori ci sono tantissime difficoltà: per esempio, alla stazione spesso c’è l’altoparlante che può annunciare i cambi del binario del treno o un ritardo; noi sordi siamo svantaggiati, perché spesso gli avvisi appaiono dopo un po’ di tempo sui monitor. Nei posti pubblici, a causa della mancanza di informazione, spesso la gente non sa come approcciarsi; così si creano situazioni di disagio quanto basterebbe che ci parli davanti per avere una buona lettura del labiale.

Quali sono le principali difficoltà in ambiente scolastico?
In ambiente scolastico, io e i miei coetanei abbiamo notato che c’è veramente poca informazione sul ‘nostro’ mondo. Tanti insegnanti spesso si trovano in difficoltà perché ognuno di noi è diverso e anche i metodi di apprendimento cambiano. Ci possono essere sordi oralisti (cioè che parlano) e hanno bisogno dell’insegnante di sostegno che prenda appunti, in modo che loro possano seguire la lezione. Ci sono i sordi segnanti, che comunicano con la LIS, Lingua dei segni italiana e necessitano di un’interprete; o i ‘bilingue’, cioè segnanti e oralisti. Il problema è che a causa dei tagli economici non vengono forniti completamente questi servizi; nel mio caso, sono stato abbastanza fortunato perché si mettevano in moto i miei compagni di classe. Le altre difficoltà che noi possiamo incontrare, durante le lezioni o mentre studiamo è con l’italiano e le sue sfumature: conosciamo la parola con il suo significato e spesso ci troviamo in difficoltà quando viene usata come ‘sfumatura’ o metafora; ma fortunatamente, con le nuove tecnologie, basta andare su Google e cercare la parola o cercare sul vocabolario.

Secondo la tua esperienza, come dovrebbe evolversi il mondo scolastico e non per integrare a tutti gli effetti i non udenti?
Secondo la mia esperienza personale bisognerebbe cercare di essere il più informati possibile sul mondo dei sordi, in modo da approcciarsi con facilità. Se fosse riconosciuta la Lingua dei segni, ad esempio, non ci sarebbero le lotte per avere un interprete. Capita, per esempio, che la scuola inizi a settembre e il servizio sia fornito qualche mese dopo; stessa cosa per l’insegnante di sostegno. Inoltre dovrebbero cambiare il modo di dare informazioni in tutti i posti pubblici. Prendo a esempio i musei: noi spesso ci ‘arrangiamo’ nel leggere le etichette sotto le opere mentre gli altri hanno l’audioguida. In questo caso basterebbe che ci dessero dei supporti tecnologici con un’interprete che spiega e ci fa appunto da ‘video guida’. Noi sordi possiamo fare tutto tranne sentire e basterebbe, secondo me, veramente poco per integrarci nel mondo degli udenti, togliendo la parte ‘sonora’ e facendola diventare visiva.

Nella tesi parli anche delle nuove tecnologie: quali sono le loro potenzialità?
Ritengo la tecnologia un grande valore perché mi ha dato la possibilità di essere autonomo. Ad esempio per noi la messaggistica WhatsApp è stata una grandissima rivoluzione, dandoci la possibilità di poter comunicare via messaggistica e non appoggiarci più, come facevamo una volta, ai nostri familiari o amici per fare telefonate, per salutare amici, prenotare un tavolo al ristorante o chiamare il dottore. La possibilità di fare le videochiamate ha aperto un altro mondo, la comunicazione diretta, come se fosse una telefonata tra sordi. Attualmente, per l’università ma anche nella quotidianità, ci sono diversi supporti che possono essere utilizzati ma spesso hanno bisogno di certe ‘attenzioni’ ed è difficile farne uso. Nel mio caso ho provato a usare Dragon, un programma che consiste nella ‘sottotitolazione’ in diretta di ciò che dice il professore (prima un tecnico andava da ogni docente a seconda delle lezioni che seguivo a fare la registrazione vocale personalizzata per avere un ottimo riconoscimento vocale) e durante la lezione consegnavo questo ‘microfono’ al docente e leggevo il tutto sul monitor del computer. Essendo il primo a usarlo all’interno dell’Università di Pisa, dovevo segnalare le diverse anomalie, spesso causate da fattori esterni come ad esempio le aule troppo grandi o i continui rimbombi che non permettevano un’ottima registrazione vocale.

Quali vantaggi ha la Lingua dei Segni?
La LIS è fondamentale: nella mente di un sordo si associa la parola al segno e questo aiuta a memorizzarla e a ricordare il suo significato. Secondo recenti studi pare poi che l’utilizzo della LIS possa velocizzare e semplificare l’apprendimento anche nel bambino udente, tanto che spesso questa lingua è stata introdotta nelle scuole come potenziamento per tutti della lingua orale. Ovviamente prima di insegnarla e usarla bisogna superare il pregiudizio che sia una lingua di serie b rispetto all’italiano orale. Se si abbattessero le barriere dei pregiudizi e si riuscisse a aggirare ostacoli di tipo economico però, credo che si aprirebbero di colpo molte nuove possibilità per i sordi e per questo non posso che sperare succeda prima possibile.

di Sara Riboldi