Progetti sostenuti

ANNA KOWALCZYK IN MOSTRA (di Diego Villalòn)


Anna Kowalczyk in mostra

“Anna kowalczky in Mostra”, così ha scelto di intitolare quest’esposizione il designer Diego Villalòn, che di Anna è stato compagno di vita, che l’ha ideata e realizzata insieme a un gruppo di amici e amiche – con il contributo economico del Pio Istituto dei Sordi – in un’aula di NABA gentilmente concessa dalla direzione del Corso di Fashion Design, in occasione dell’Open Day di inizio anno. Queste parole con cui ha curato la mostra ha voluto presentare Anna: “Donna, artista, studentessa, gatta e farfalla, con la magica capacità di incantare chiunque la incontrasse, incrociasse il suo sguardo o ascoltasse la sua voce.” Una particolarissima voce, una voce conquistata con un lungo percorso di riabilitazione nella sua terra natia, la Polonia, imparando, superando i suoi importanti limiti uditivi, il polacco, che Anna diceva essere “la lingua più difficile del mondo!” aggiungendo con un sorriso che per lei l’italiano, in confronto, era facile da imparare.

Anna era sorprendente, per l’entusiasmo con cui si stava ambientando nella sua nuova città, Milano, dove aveva deciso di venire a vivere con l’amore della sua vita, Diego, e dove, dopo un primo periodo di ambientamento, stava percorrendo il suo primo anno dei suoi studi in NABA, con coraggio, curandosi per un tumore e studiando allo stesso tempo, fino al momento della morte arrivata all’improvviso durante l’estate 2018. Contro ogni difficoltà un sorriso, un disegno…

Proprio per far scoprire la bellezza dell’esistenza e delle opere di Anna a chi l’aveva incrociata anche solo una volta, così come a studenti e docenti dell’Accademia dove studiava, si è voluto mettere in mostra le sue “meraviglie”, opere personali e di studio, oltre che video e foto della sua vita.

Giungendo dalla Polonia, hanno preso parte all’evento anche i genitori di Anna, che sono stati profondamente colpiti dalle opere oltre che dallo spirito gioioso e resiliente della loro figlia. “La mostra ci ha portati in un mondo bellissimo, con così tanti grandi amici, Anna era lì, era come se si fosse materializzata, grazie alle sue meravigliose opere l’abbiamo sentita presente, è stato fantastico. I suoi lavori erano perfettamente allestiti da Diego e visibili a molte persone, e finalmente visibili a tutti coloro che hanno avuto una relazione con Anna a Milano, durante il periodo della sua vita in cui era così felice, coraggiosa e resiliente nonostante le difficoltà che ha sempre avuto.” Queste le parole che hanno comunicato Wanda e Wieslaw Kowalczyk, i forti e dolci genitori di Anna, a Martina Gerosa, che da Anna era percepita come la sua “mamma a Milano”. Mentre Martina, che la seguiva anche per la Fondazione, la sentiva come una carissima “sorella minore”, che, in una terra lontana e in un tempo storico differente, aveva seguito un percorso analogo a quello da lei vissuto, tanti anni prima: un cammino in cui la sordità diventa una “realtà amica” con cui fare i conti, che oltre che procurare limiti può donare una sensibilità particolare e una speciale capacità di ascolto.

Che Anna, ora nel mondo dell’invisibile, ci segua e protegga, in particolare nei progetti che la nostra Fondazione continuerà a mettere in atto a favore delle persone sorde e ipoacusiche con talenti nascosti da far sbocciare, creando contesti e ambienti favorevoli nascosti da far sbocciare, creando contesti e ambienti favorevoli per studiare, lavorare e godere l’arte e la cultura, partecipando e costruendo un mondo più aperto e attento verso chi fa più fatica a comunicare e manifestare la ricchezza che ha dentro.

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