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A “Fa’ la cosa giusta!” tecnologia 3D e realtà virtuale a servizio del sociale
A “Fa’ la cosa giusta!” tecnologia 3D e realtà virtuale a servizio del sociale
MILANO. Tra gli stand di Fa’ la cosa giusta! sarà possibile toccare con mano il Battistero di Parma o la basilica di San Petronio di Bologna. Non è uno scherzo, ma il risultato delle tecnologie tridimensionali. Alla fiera del consumo critico e degli stili di vita sostenibili (23-25 marzo, Fieramilanocity), la giovane impresa 3D ArcheoLab porta due nuove soluzioni per superare alcune delle barriere che oggi limitano l’accessibilità ai luoghi della cultura. La prima, sviluppata insieme a La Girobussola ONLUS, è rivolta prevalentemente a un pubblico di non vedenti o ipovedenti: un museo tattile composto da riproduzioni provenienti da differenti collezioni italiane. In fiera saranno esposti oltre trenta supporti tattili, tra cui riproduzioni in stampa 3D di reperti archeologici etruschi, di età romana e medievale, di alcune delle più belle chiese in Italia, oltre che planimetrie a rilievo di siti archeologici. La seconda soluzione è 3D Virtual Museum, il primo Museo Virtuale del patrimonio culturale italiano che attraverso internet permettere di scoprire luoghi e opere che non possono essere raggiunte fisicamente a causa di barriere architettoniche o difficoltà motorie. Ad oggi questo museo virtuale ospita oltre 60 collezioni per un totale di quasi 400 opere visualizzabili in 3D. Durante la fiera sarà disponibile una postazione da cui navigare tra le opere e alcuni visori di realtà virtuale: sarà così possibile muoversi all’interno della Cappella Sistina, del Colosseo, del Duomo di Parma o ammirare da vicino opere come la Pietà Bandini di Michelangelo o la Chimera di Arezzo.
Sono numerosi gli appuntamenti dedicati al sociale a Fa’ la cosa giusta! Stand, incontri e tavole rotonde dedicate a temi come l’immigrazione, la disabilità, la grave emarginazione, la violenza di genere o gli anziani. Verrà presentata l’esperienza di Lesvos Solidarity, piccola ong nata nel 2012 sull’Isola di Lesbo (in Grecia) e che coinvolge i profughi in due progetti: Safe Passage Bags e Humade Crafts. Grazie al primo progetto, i giubbotti salvagente abbandonati dai profughi acquistano una nuova vita trasformandosi in strumento di riscatto, inclusione e coesione sociale, creazione di occupazione e di una nuova economia. Volontari e migranti infatti ne ricavano oggetti di uso quotidiano (borse, zainetti, portaoggetti, ecc.). La positiva esperienza di Safe Passage Bags ha poi dato impulso, nell’estate del 2017, al progetto Humade Crafts. Fondato sugli stessi principi e obiettivi, questo laboratorio utilizza tutti gli altri oggetti e materiali utilizzati dai migranti durante la traversata del Mediterraneo: dai resti dei barconi o canotti, alle bottiglie di plastica. Tutto materiale abbandonato e inquinante, ma che trova nuova vita grazie alle mani stesse dei migranti che li trasformano in oggetti d’arredo, gioielli di bigiotteria, vassoi, saponi e altre cose utili.
L’associazione animalista LAV, presente per la prima volta a Fa’ la cosa giusta!, porterà in fiera la nuova campagna “Gli animali non sono un lusso”, per un fisco non più nemico dei quattro zampe. Rendere più sostenibile il prendersi cura di un animale in famiglia, oltre ad andare incontro alle esigenze di milioni di italiani, significa incentivare le adozioni e contrastare il fenomeno del randagismo, con un miglioramento delle condizioni di vita degli animali ed un risparmio per l’intera collettività. Nel corso dei tre giorni, sarà inoltre possibile entrare nella realtà degli allevamenti intensivi, grazie a un percorso di realtà virtuale con visori a 360°: un’esperienza unica, per comprendere “da vicino” le condizioni degli animali allevati per la produzione alimentare. (dp)
Fonte: Redattore Sociale del 20-03-2018